Il ministro dell’Interno: “Abbiamo dato tutte le possibilità per emergere, il fenomeno non era così diffuso come si pensava”. E i costi alti e le procedure troppo rigide? “Abbiamo avuto il massimo della comprensione”
Roma -15 ottobre 2012 – Poche domande per la regolarizzazione? Altro che costi alti e paletti rigidi, il problema è che in Italia ci sono meno lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno di quanto si pensasse.
A tanti (compresi noi di Stranieriinitalia.it) suonerà errata, banale e un pò strumentale, eppure è questa l’ analisi del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, cioè di chi dovrebbe avere il polso dell’irregolarità in Italia e mettere in campo gli strumenti giusti per combatterla.
L’obiettivo della regolarizzazione, ha detto oggi la titolare del Viminale a Sorrento, era quello di “cercare di far venire fuori all’aperto tutte le situazioni di nero che c’erano, e probabilmente non erano tante altrimenti sarebbero emerse”. “Si sono date tutte le possibilità, forse va considerato anche il momento di occupazione relativo e forse – ha insistito il ministro – il fenomeno non era così diffuso come si pensava”.
Cancellieri esclude la possibilità di riaprire la regolarizzazione rivedendone i parametri: “E’ stata fatta con il massimo della comprensione di tutte le fenomenologie – sostiene – e l’importante era poter dimostrare di essere sul territorio nazionale alla data prescritta. Lo abbiamo fatto con il parere dell’Avvocatura dello Stato in maniera molto aperta e corretta”.
EP