Migliaia di euro per la dichiarazione di un datore di lavoro. Fawzi: "Lavoro anche gratis per chi mi mette regola" Roma – 3 settembre 2009 – La regolarizzazione è un’occasione unica. E, proprio per questo motivo, è il volano di un fiorente e illegale mercato nero.
Da un lato gli immigrati in cerca di un permesso di soggiorno, dall’altro persone pronte a dichiarare, in cambio di migliaia di euro, che quegli immigrati lavorano per loro come collaboratori domestici. Infine, c’è una pletora di mediatori, che ingrassano nell’incontro tra domanda e offerta e magari si volatilizzano dopo aver intascato un anticipo senza far concludere l’affare.
Mohammad è egiziano, ha inserito un annuncio con i suoi recapiti su una bacheca internet. “Cerco regolarizzarsi [sic] come colf o badante .Offro 3000 euro più tutte le spese fino al contratto”. Nonostante l’italiano zoppicante, il messaggio è stato efficace: “Mi hanno già chiamato in tanti” ci conferma per telefono.
Tremila euro, a sentire Mohammad, sono anche un buon prezzo. “Qui a Salerno i mediatori ti chiedono fino a 5mila euro e tanti pagano”. I clienti tipo? Persone come lui: “Sono qui da cinque anni e ho fatto tante domande per i flussi, ma niente. Ora lavoro nell’agricoltura, il mio datore di lavoro non mi può regolarizzare e allora cerco qualcun altro”.
Ha provato a comprare un contratto anche Sahil, un giovane indiano che lavora, naturalmente in nero, in un garage della Capitale. “Il mio datore di lavoro vorrebbe mettermi in regola, si è informato per assumermi come colf, ma non ha i soldi” spiega. I “soldi” sono i 20mila euro di reddito minimo richiesto ai datori di lavoro domestico.
La ricerca di Sahil però, finora, è stata infruttuosa. “C’è un sacco di gente che offre contratti, indiani, bangladesi ma anche italiani. Però mi hanno chiesto dai settemila euro in su e io non ho tutti quei soldi da parte. Sono troppi, io pago già l’affitto e le altre spese, dove li prendo?”
Chi non ha risparmi da parte, è pronto però a trovare altri sistemi per sdebitarsi. “Sto cercando uno chi me mette in regola come colf anche se non me paghi” recita l’annuncio lasciato, ancora su internet, dal tunisino Fawzi.
“Io lavoro anche gratis per chi mi mette regola. Non voglio più stare senza permesso, sempre in nero come uno schiavo. Non è una vita da uomo” chiarisce Fawzi. Ha una laurea in economia e commercio ma qui in Italia non l’ha mai usata. In tre anni ha fatto il bracciante, il muratore, il lavapiatti, mai il collaboratore domestico. “Ma perché non fanno regolarizzare tutti? – chiede – Conviene a noi immigrati, ma anche allo Stato italiano”.
Elvio Pasca