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Riaprono le scuole. Gelmini insiste: “No alle classi ghetto”

Tra i banchi 700 mila figli di immigrati. Il ministro: “Dove ci sono solo o quasi studenti immigrati non c’è integrazione”. Protesta del Pd davanti alla scuola di via Paravia a Milano

 

Roma – 12 settembre 2011 – Riaprono in questi giorni le scuole in tutta Italia e tornano tra i banchi quasi otto milioni di studenti, compresi settecentomila figli di immigrati.

Anche quest’anno vale l’indicazione del ministero dell’Istruzione di non superare il tetto del trenta per cento di alunni non italiani in ogni classe. La regola è stata applicata in maniera flessibile e senza troppe difficoltà nella maggior parte delle scuole, ma ha creato problemi in quelle che si trovano nelle zone a più alta concentrazione di immigrati.

Un caso limite si è registrato a Milano, dove alla prima classe della scuola elementare “Lombardo Radice” di via Paravia si erano iscritti diciassette bambini, dei quali solo due con cittadinanza italiana. Poiché non si potevano rispettare le indicazioni del ministero, la prima classe non è stata formata e i bambini sono stati dirottati su altre scuole.

Una scelta che ha scatenato molte polemiche e che, dopo i ricorsi presentati da alcuni genitori, si concluderà solo in tribunale.

Sul caso è tornata oggi anche il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, ospite della trasmissione televisiva “Mattino Cinque.”La Lombardo Radice – ha spiegato – è costituita da due plessi: in uno c’era la classe che aveva questa condizione, nell’altro, a distanza di un chilometro e mezzo, un’altra che non raggiungeva nemmeno il tetto del 30 per cento di studenti immigrati. Si sono redistribuiti gli studenti non discriminando nessuno e garantendo a tutti gli alunni la possibilità di frequentare la scuola primaria”.

Secondo Gelmini, “il tetto del 30 per cento serve per fare vera integrazione e non avere classi-ghetto, che non aiutano ne’ gli studenti italiani ne’ gli immigrati”. “Coloro che non parlano d’integrazione ma la praticano e che vivono situazioni concrete, da tempo sostengono che classi nelle quali ci siano solo o quasi studenti immigrati non realizzano le condizioni migliori per l’integrazione” ha aggiunto il ministro.

Intanto, nonostante le richieste dei genitori, stamattina la prima classe della Lombardo Radice è rimasta chiusa. Davanti al portone hanno però manifestato alcuni militanti del Partito Democratico, “per riattivare l’unica prima e per chiedere un aiuto affinchè aumentino gli iscritti – ha spiegato il consigliere provinciale pd Diana De Marchi – perché non vada persa l’esperienza di integrazione di questa scuola”.

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