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rma: si inizia alla Camera. Fermo il ddl cittadinanza

Il testo è da un mese a Montecitorio, ma non è stato ancora assegnato alle commissioni. Sulla cittadinanza nessuna novità

ROMA – Partirà dalla Camera dei deputati l’iter parlamentare della Riforma dell’immigrazione.

Dopo aver già incassato il parere positivo (a maggioranza) di Regioni, Province e comuni e il via libera definitivo dall’esecutivo, il disegno di legge delega è stato inviato a Montecitorio il 30 luglio e attende di essere assegnato alle commissioni. Per ora tutto è fermo perché la Camera riprenderà a lavorare solo a partire dal 10 settembre, ma questo autunno dovremmo vedere finalmente i deputati impegnati sul testo che tocca tutti gli aspetti principali della vita degli stranieri in Italia.

Il cammino comunque è lungo, dal momento che la legge delega, se approvata, non farà altro che definire con precisione i paletti entro cui dovrà muoversi poi l’esecutivo per attuare la riforma vera e propria. Quindi, dopo il via libera delle Camere, il governo avrà ancora un anno di tempo per scrivere il decreto legislativo, che dovrà anche ripassare in Parlamento per i pareri delle commissioni competenti.

Per rimanere ai lavori della Camera, se la riforma dell’immigrazione catalizzerà l’attenzione di tutti gli stranieri che vivono in Italia (oltre che di famiglie e imprese che si avvalgono del loro lavoro), quelli che vivono qui da più tempo guarderanno probabilmente con interesse anche al disegno di legge che vuole cambiare le regole sulla cittadinanza.

Le ultime notizie in materia datano ormai alla metà di maggio, quando la commissione affari costituzionali dopo mesi di confronto serrato (anche tra esponenti della maggioranza) stava per dare all’ulivista Gianclaudio Bressa il mandato per portare in aula un testo unificato. La discussione si era però arenata sulla copertura finanziaria, visto che secondo la ragioneria dello Stato le previsioni di spesa contenute in una nota del ministero dell’Interno erano sottostimate e non abbastanza dettagliate.

Da allora però i nuovi calcoli non stati fatti, oppure i deputati (a giudicare dai resoconti delle sedute) non hanno più trovato il tempo di discuterne. Uno stallo destinato a protrarsi anche per l’autunno?

(28 agosto 2007)

Elvio Pasca

 

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