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Romeni e bulgari. Il Pd: “Basta restrizioni”

Interrogazione contro le autorizzazioni per le assunzioni. Oggi la risposta del governo
Roma – 6 luglio 2010 – Eliminare le restrizioni per l’accesso al lavoro di romeni e bulgari. Lo chiedono i deputati del Partito Democratico Guido  Melis,  Jean Leonard Touadi e la radicale Maria Antonietta Farina Coscioni in un’interrogazione che attende oggi una risposta del ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Da quando Romania e Bulgaria sono entrate nell’Unione Europea, per le prime assunzioni dei loro cittadini in Italia è in vigore un doppio binario. Nei settori con più richiesta di manodopera (come lavoro domestico, agricoltura ed edilizia) c’è una completa liberalizzazione,  e quindi i lavoratori possono essere assunti come se fossero italiani, negli altri settori invece bisogna chiedere un’autorizzazione allo Sportello Unico per l’immigrazione.

Non c’è quindi piena uguaglianza tra neocomunitari e comunitari di lungo corso, e le conseguenze si ripercuotono anche sulle imprese. È inoltre difficile scorgere l’utilità di questo sistema, dal momento che comunque anche per le assunzioni non liberalizzate non sono previsti tetti numerici, quindi l’autorizzazione è praticamente scontata.

Melis, Touadi e Farina Coscioni parlano di “un inutile aggravio burocratico, che accresce il lavoro degli uffici, con costi e ritardi a tutti evidenti, e ritarda l’inserimento dei cittadini comunitari delle due nazionalità citate nel complesso del mondo del lavoro italiano”. Senza contare che “dal 2013 tali restrizioni saranno comunque vietate dalle norme europee”.

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