A Brescia il movimento di estrema destra organizza “passeggiate della sicurezza” contro "l'immigazione incontrollata". Denunciati tre militanti, non sono autorizzati
Brescia – 9 dicembre 2014- “Non possiamo più rimanere inerti. Non siamo disposti a cedere le nostre città al regno dell'immigrazione incontrollata e dell’insicurezza”. Così la sezione bresciana di Forza Nuova ha lanciato da un paio di settimane le sue “passeggiate della sicurezza”: ronde notturne per le strade della provincia. I militanti del movimento di estrema destra dicono di voler perlustrare “le vie cittadine più colpite” e sono armati solo di una pettorina fosforescente e di propaganda xenofoba.
Domenica notte, ad esempio, hanno perlustrato il quartiere Badia, nel capoluogo, “crocevia di spaccio e criminalità – scrive FN – causati dall'immigrazione incontrollata e dal lassismo delle istituzioni”. E nelle cassette delle lettere dei residenti hanno lasciato questo volantino: “È passata anche qui la sezione bresciana di Forza Nuova, sorvegliando le strade dai continui furti e crimini che aumentano sempre più col passare del tempo sul nostro territorio”.
A quanto pare, però, le passeggiate non continueranno a lungo. Tre militanti sono stati già denunciati e altri dovrebbero subire lo stesso trattamento. Nel mirino della Questura non sono finite le motivazioni delle ronde, ma il fatto che non siano autorizzate: il pacchetto sicurezza di Maroni obbliga infatti i volenterosi vigilantes a registrarsi in prefettura, cosa che i forzanuovisti non hanno fatto.
"Bene l'intervento immediato della questura. Mi auguro che l'inqualificabile iniziativa possa essere considerata già al tramonto" commenta Damiano Galletti, segretario della Camera del lavoro di Brescia. E aggiunge: "È preoccupante e sconcertante che a Brescia, dove già la Lega in questi anni si è cimentata in iniziative discriminatorie contro i cittadini stranieri, adesso ci siano squadre neofasciste che si ergono a paladini della legge, oltretutto in modo illecito, con il solo obiettivo di fomentare l'odio sociale".