Comuni e associazioni della Piana di Gioa Tauro chiedono un intervento della Regione. “Servono strutture per accogliere i lavoratori, è un fenomeno ciclico, va gestito”
Roma – 27 novembre 2012 – Nella campagne di Rosarno e della Piana di Gioia Tauro continuano ad arrivare lavoratori stagionali per la raccolta di agrumi e kiwi, ma mancano strutture adeguate per accoglierli. Se la Regione Calabria non interviene, si rischia una nuova emergenza.
I comuni di San Ferdinando e Rosarno, l’associazione ‘Il mio amico Jonathan’, la delegazione regionale della Caritas e la Comunita’ di Sant’Egidio hanno rivolto un appello alla Regione, ricordando che lo scorso anno l’attenzione del Governo portò all’apertura di una tendopoli a San Ferdinando, a risanamento del centro storic o di Rosarno e allo sgombero di alcuni vecchi opifici dove erano accampati centinaia di immigrati. “Sono state risposte iniziali che hanno realizzato interventi positivi per una situazione che da oltre quindici anni era andata sempre più degradandosi nella mancanza di gestione e nel disinteresse”.
“ Questo percorso – scrivono Comuni e associazioni – aveva bisogno di essere continuato. Il Prefetto di Reggio Calabria più volte sollecitato dai sindaci e dalle associazioni della Piana, ha convocato la Regione Calabria affinchè si assumesse le sue responsabilità nel progettare e finanziare interventi atti a continuare una positiva gestione di questa realtà che pure in un tempo di crisi rappresenta un’opportunità economica della zona. Dalla Regione Calabria invece, non è giunta nessuna risposta, c’è stata solo una semplice e fredda indifferenza”.
Intanto però la situazione della tendopoli a San Ferdinando diventa ogni giorno più problematica: l’ente gestore a cui era affidata, ha una convenzione scaduta a giugno scorso e mai rinnovata, anche se nel frattempo, ha continuato comunque a prendersi cura della struttura anticipando le relative spese. Nessuno finanzia più nulla da mesi.
Questo mentre nella zona continuano ad arrivare lavoratori stranieri: “oltre un centinaio , non trovando la consueta sistemazione nelle case diroccate del centro storico di Rosarno e negli opifici ormai dismessi, hanno iniziato ad accamparsi all’interno e all’esterno della tendopoli in condizioni precarie. Sono sorte circa 40 capanne di legno ricoperte con teli di plastica, da qualche giorno ha iniziato a piovere copiosamente ed il freddo comincia a farsi sentire”.
“In questo modo – denunciano Comuini e associazioni – l’emergenza si crea. Ma non si deve far diventare emergenza un fenomeno noto che si conosce e pertanto si può, anzi si deve, gestire. Vanno individuate soluzioni praticabili sia per far fronte a questa stagione che per programmare una gestione del fenomeno che è ciclico e quindi non è certo sconosciuto”.