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Rossi (Toscana): “Diritto di voto per chi nasce in Italia”

“Oggi corriamo il rischio di mantenere una parte della popolazione nella condizione di ‘paria’, come nello Stato italiano ante-Giolitti”

Firenze, 3 ottobre 2011 – ”Credo che chi nasce in Italia debba diventare cittadino italiano”. Cosi’ il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (Pd) ha motivato la sua firma alle due proposte di legge di iniziativa popolare lanciate a livello nazionale da un ampio schieramento di forze politiche e sociali con la campagna ‘L’Italia sono anch’io’.

Le proposte di legge riguardano il diritto di cittadinanza (con modifiche da apportare alla legge n.91 del 5 febbraio 1992) e le ‘Norme per la partecipazione politica e amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita’.

Rossi ha firmato al banchetto allestito nel fine settimana dai promotori dell’iniziativa in piazza dei Ciompi, a Firenze. ”Oltre 6000 bambini – ha aggiunto Rossi – nascono ogni anno in Toscana da genitori stranieri, su 33.000 nati. Se non ci fossero questi bambini, la nostra popolazaione regredirebbe. Bisogna in tutti i modi favorire l’integrazione dei bambini, dei ragazzi, dei giovani, facendo leva, per esempio, sulla sensibilizzazione e la formazione delle loro madri, come avviene in altri paesi europei. In caso contrario rischiamo solo di accumulare nubi di tensione. A 18 anni un ragazzo nato in italia e non ancora cittadino italiano si sente mutilato, umiliato e avvilito. Riconoscere lo ‘jus soli’ e’ vitale per la serenita’ del nostro paese”.

”Penso la stessa cosa per il diritto di voto – ha proseguito Rossi -. Oggi corriamo il rischio di mantenere una parte della popolazione nella condizione di ‘paria’, come nello Stato italiano ante-Giolitti. I diritti civili e politici vanno estesi e consolidati, pur gradualmente. La destra fece un gran baccano contro la nostra legge sui diritti sociali, fini’ che la Corte Costituzionale ci diede ragione. Io non sono ‘buonista’ – ha concluso il presidente Rossi – sono per il rispetto della legge. So che l’integrazione non e’ cosa semplice, che le migrazioni provocano dolore e problemi per chi parte come per chi accoglie. Ma so anche che questa e’ una sfida fondamentale”.

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