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Sanità: L’Istituto degli immigrati deve chiudere

Il governo taglia i fondi all’Inmp, la struttura ospedaliera per le fasce più deboli. Morrone: “Decisione miope”

Roma – 29 luglio 2008 – Nei corridoi, in attesa di essere visitati, ci sono donne immigrate, tanti bambini, qualche clochard. E poi, a sorpresa, anche giovani italiani, i nuovi precari. Sono tutti pazienti dello storico Istituto San Gallicano di Roma, e del suo direttore Aldo Morrone. Ma dal prossimo ottobre potrebbero rimanere ‘orfani’: il governo ha infatti cancellato i fondi previsti e le attività dell’Istituto potranno proseguire ancora per poco.

Un anno fa l’Istituto dei migranti è stato ‘promosso’ guadagnandosi la qualifica di ‘Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), con centri regionali di riferimento anche in Sicilia e Puglia.

Erano previsti i finanziamenti di 5 milioni per il 2007, 10 per il 2008 e altrettanti per il 2009. Tutto bene, fino a maggio 2008: il decreto del governo sul potere d’acquisto delle famiglie (noto anche come ‘taglia-Ici’) ‘cancella’ i 20 milioni di finanziamento previsti. Il direttore dell’Inmp non ha incassato senza reagire: “Ho scritto a tutti, da Berlusconi a Tremonti e Letta. Nessuna risposta. Solo il sottosegretario alla salute Roccella ha risposto, dicendo che apprezza la nostra attività ma il bilancio impone la cancellazione dei fondi”.

Una decisione “miope”, la definisce Morrone: “Con l’assistenza alle donne immigrate, ad esempio, abbiamo registrato un calo degli aborti in questa fascia, e grazie ai nostri mediatori culturali abbiamo ottenuto risultati anche sul fronte della prevenzione di fenomeni come l’infibulazione nelle bambine africane”.

Quella di Aldo Morrone è una denuncia amara: “Spero non ci siano elementi di xenofobia in tale decisione e lancio un appello a governo e Parlamento. Nella torrida estate degli sbarchi e dei tanti immigrati morti per stenti nei ‘viaggi della speranza’ verso L’Italia, “si pensa bene – afferma – di chiudere una delle poche realtà sul territorio che si occupa proprio dell’assistenza sanitaria a queste categorie più deboli”. E non si tratta solo di immigrati (regolari e non): “Solo nell’ultimo anno – racconta – abbiamo dato assistenza a 20.000 persone, di cui il 10% bambini. Immigrati, ma anche cittadini italiani con redditi bassi, circa il 40% dei nostri pazienti”.

C’è ancora qualche speranza? “Il governo – commenta il senatore del Pd Ignazio Marino – ha adottato un ordine del giorno che lo impegna a trovare delle risorse. Ma è un impegno generico. Certo – aggiunge – è singolare che proprio il decreto per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie abbia cancellato l’Istituto dei più poveri e deboli”. Evidentemente, è la conclusione di Marino, “per il governo, prendere le impronte ai bambini Rom è più importante che curarli in una struttura qualificata”.

Ora, l’Inmp è davvero ‘agli sgoccioli’: “Se i fondi non saranno riallocati – avverte Morrone – potremo andare avanti al massimo fino ad ottobre. Poi saremo costretti a chiudere. Solo a Roma verrebbero licenziati un centinaio di lavoratori”. Ma mentre la cinghia si stringe, gli operatori dell’Istituto continuano a svolgere il loro lavoro quasi come se niente fosse. Perché i corridoi dell’Inmp sono sempre affollati di persone bisognose di aiuto medico.

A.I. 

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