L’Ufficio nazionale servizio civile si oppone alla decisione del giudice di Milano. “Bloccherebbe le partenze di 18 mila ragazzi”
Roma – 19 gennaio 2012 – Se si considera che il servizio civile nazionale è rientrato tra le deleghe affidate al ministro dell’Integrazione Andrea Riccardi, sembrava arrivato al momento giusto l’ordine del tribunale di Milano di aprirlo anche ai ragazzi stranieri. Eppure, contro quella sentenza, il governo presenterà ricorso.
Lo ha annunciato ieri il direttore vicario dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, Paolo Molinari, dicendo che si tratta di una decisione “tecnica” presa per non bloccare le partenze dei ragazzi italiani già selezionati. A gennaio sono partiti in 1.891 giovani, ma altri 18 mila dovrebbero essere avviati entro ottobre 2012, e questo sarebbe impossibile se si desse corso alla sentenza.
“Il requisito della cittadinanza italiana è prevista da una norma di legge, l’articolo 3 del decreto legislativo 77 del 2002, e per modificarla serve una nuova legge” ha precisato Molinari.
Il giudice di Milano, accogliendo un ricorso presentato da un giovane di origine pakistana, ha giudicato discriminatorio il bando, riservato agli italiani. Quindi ha ordinato all’ Ufficio Nazionale per il Servizio Civile di sospendere le procedure di selezione, di modificare il bando consentendo l’accesso anche agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia e di fissare un nuovo termine per la presentazione delle domande.
L’UNSC, pur annunciando ricorso in appello, intanto obbedisce. Da oggi ha infatti sospeso l’avviamento al servizio civile dei volontari e le selezioni, come spiega una nota pubblicata oggi sul suo sito. Oggi pomeriggio il portavoce del ministro Riccardi ha precisato che “il ministero non ha fatto ricorso contro l’ammissione di un ragazzo non italiano, ma solo contro quella parte della sentenza che obbliga ad annullare il bando e a rifarlo da capo, compromettendo la partenza già decisa di 18 mila giovani”.