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Tan Kosh, lo spiritualità sikh umiliata dallo sfruttamento

Un documentario racconta la vita della comunità nella pianura pontina. È il primo capitolo di un progetto che racconterà l’odissea di questo popolo dal Punjab all’Italia

Roma – 8 novembre 2011 – Tan kosh, secondo la spiritualità sikh, è il livello in cui vivono uomini e animali, separato da quello divino.

Giordano Cossu, Saverio Paoletta e Harvinder Singh  hanno intitolato così un documentario dedicato alla vita della comunità sikh dell’agro pontino che di è aggiudicato il Premio per l’informazione digitale  assegnato dalla giuria tecnica de La Stampa. Tra le motivazioni, “la qualità giornalistica a tutto tondo” di questo reportage sugli immigrati che popolano le campagne tra Roma e Latina.

Tan kosh  porta alla luce le condizioni di estrema difficoltà e precarietà sostenute da circa 30mila persone( tra regolari, irregolari e clandestini), sfruttate da datori di lavoro  Sikh ed italiani.  È il capitolo iniziale del progetto più ampio di webdocumentario I Cinque Favoriti, degli stessi autori, che vuole raccontare l’odissea che porta i Sikh dalle terre del Punjab fino in Italia.

I Cinque Favoriti mostrerà come le aspettative di fare fortuna spesso lasciano spazio alla cruda realtà dello sfruttamento e della clandestinità.  È però anche un viaggio dell’anima: la cultura Sikh è pervasa da una profondissima spiritualità, che sintetizza l’anelito alla trascendenza musulmana con quella induista, la stessa che si ritrova anche nella Pianura Pontina.

 

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