Oggi riprende la discussione della legge in Consiglio regionale FIRENZE, 27 maggio 2009 – "Credo che la proposta di legge Toscana" sugli immigrati "avra’ l’effetto, tra l’altro, di favorire la sicurezza e l’ordine pubblico, perche’ quando si riconoscono i diritti delle persone, queste sono portate ad agire come cittadini normali: e’ un grande fatto di civilta’ di cui la Toscana puo’ essere orgogliosa".
Cosi’ Massimo D’Alema, ha commentato a Firenze, la proposta di legge regionale toscana sugli immigrati, che tra le altre cose prevede l’assistenza socio-sanitaria per i clandestini.
"Siamo per la fermezza nel rispetto delle leggi -ha sottolineato D’Alema- e siamo talmente per la legalita’ che pensiamo che dovrebbe rispettarla anche Berlusconi. Se dovessimo temere che essere civili e’ un boomerang, dovremmo essere molto preoccupati. Mi pare che la legge toscana si ispiri largamente anche alle posizioni della Cei. Qualcuno dice che non e’ il momento di presentarla? Perche’ fa caldo? Perche’ e’ un periodo elettorale? Mi sembra un argomento singolare. I diritti delle persone -ha concluso- valgono sempre, anche in periodo elettorale".
Sul tema è intervenuto anche il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, replicando al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che in un’intervista rilasciata a Italia 7 ha criticato duramente la legge toscana sull’immigrazione.
”La vera ‘contro-legge’ l’ha fatta il Governo Berlusconi: una legge contro il senso di umanita’, contro i trattati internazionali sottoscritti dall’Italia e anche contro il diritto dei cittadini a vedersi garantita una vera sicurezza” – ha sottolineato Martini.
Una legge, quella toscana, fatta ”per promuovere una politica seria su un tema difficile come l’immigrazione – ribadisce Martini – con l’obiettivo di sviluppare politiche piu’ efficaci per l’integrazione e l’accoglienza. E lo abbiamo fatto esercitando le competenze che la Costituzione attribuisce alla Regioni in materia di politiche sociali, istruzione, formazione, sanita’. Ma questo sembra averlo capito perfino il premier, che non a caso nelle sue esternazioni – conclude il governatore toscano – se la prende con il Titolo V della Legge fondamentale della Repubblica”.
s.c.