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65 milioni di persone in fuga, la sfida dell’accoglienza anche in Italia

Il Terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016. Fenomeno ormai strutturale, migliore distribuzione sul territorio e modello Sprar per uscire dall’emergenza

 

 

Roma – 16 novembre 2016 – Nel mondo ci sono trentacinque guerre in corso e diciassette situazioni di crisi, attentati terroristici, diseguaglianze economiche e nell’accesso al cibo e all’acqua, land grabbing. Situazioni come queste, solo lo scorso anno, hanno costretto 34 mila persone al giorno a lasciare le loro case, 24 fughe ogni minuto. 

I migranti forzati, a livello mondiale, sono 65,3 milioni di persone dalle loro case. I più sono sfollati interni, 40,8 milioni, poi ci sono 21,3 milioni di rifugiati e 3,2 milioni di richiedenti asilo.  Ad accoglierli sono soprattutto Paesi in via di sviluppo. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte, rispetto agli 1,6 milioni dello scorso anno.  

In Europa, nel 2015, sono state presentate 1.393.350 domande di protezione internazionale: un valore più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. La Germania, con 476.620 domande presentate (pari al 36% delle istanze in UE) si conferma il primo paese per richieste di protezione internazionale, seguita da Ungheria, Svezia, Austria e Italia (circa 84 mila). Questi primi cinque paesi raccolgono il 74,8% delle domande presentate nell’Unione Europea. 

Alla fine di ottobre 2016 si contano 4.899 persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, di queste 3.654 nel Mar Mediterraneo. Sempre alla fine di ottobre 2016, sono arrivate in Italia 159.432 persone (+13% rispetto all’anno precedente), fra cui 19.429 minori non accompagnati (12,1%); alla stessa data in Italia 171.938 persone accolte in diverse strutture di accoglienza (CARA, CDA, CPSA, CAS, SPRAR).

Sono alcuni dei dati contenuti nel terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016 (versione integrale, sintesi, slides) presentato questa mattina a Roma presso la sede di Anci e realizzato da ANCI, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e dal Servizio Centrale dello SPRAR, in collaborazione con UNHCR. 

“Dal 2014 come Anci abbiamo lavorato con il ministero dell’Interno ad una migliore distribuzione delle presenze dei migranti nelle diverse Regioni. Il nostro obiettivo ora è concorrere ad organizzare un sistema di accoglienza ed integrazione stabile e sostenibile, così da eliminare addensamenti in alcuni Comuni ed assicurando il controllo della distribuzione delle presenze” ha evidenziato il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra.

Per Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, “se il piano di riparto dei migranti, concordato e sottoscritto in Europa, partisse veramente ed in Italia si andasse alla graduale conversione del sistema di accoglienza verso il modello Sprar, considerando anche i 280 milioni di euro stanziati dal governo per il 2017, il nostro sistema sarebbe in grado di gestire al meglio il fenomeno immigrazione che è ormai strutturale”. 

“Questa terza edizione del rapporto offre, con dati oggettivi, un importante contributo alla comprensione di un fenomeno, quello dei migranti e richiedenti asilo, al centro del dibattito politico nazionale ed internazionale” ha detto Leonardo Domenici, Presidente della Fondazione Cittalia. “Sul tema dei richiedenti asilo l’Unione europea finora non si è dimostrata all’altezza della situazione. La situazione di emergenza attuale è anche frutto delle risposte carenti, o delle non risposte, da parte di un gruppo di Stati che mette insieme 500 milioni di abitanti” 

Il direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego, ha sottolinato la “necessità di  continuare un impegno di accoglienza diffusa e organica sul territorio nazionale, a tutela di un diritto fondamentale, quale è l’asilo”. Attenzione particolare va data ai “minori non accompagnati, quasi raddoppiati nel 2016  rispetto al 2015, una situazione che sottolinea l’urgenza di  arrivare all’approvazione definitiva ed all’entrata in vigore della legge Zampa-Pollastrini”.

Per il sottosegretario Domenico Manzione, Ministero dell’interno e Anci puntano a “una migliore distribuzione sul territorio: lo dimostrano alcuni tasselli degli ultimi mesi, come gli incentivi per il superamento del patto di stabilità per il personale che lavora in accoglienza, inserito nel decreto fiscale, ed altre misure mirate della legge di Stabilità”. Ma bisogna anche intervenire “nei luoghi di partenza dei flussi, creando delle missioni internazionali in loco che garantiscano un percorso legale all’immigrazione. Solo così potremmo scoraggiare l’illegalità ed il commercio degli esseri umani sulle rotte del Mediterraneo”.

 

 

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