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ABORTO: 20.000 IVG ILLEGALI L’ANNO, IMMIGRATE A RISCHIO

(ANSA) – ROMA, 24 GIU – I ferri delle "mammane" non smettono di operare in Italia: secondo le ultime rilevazioni disponibili dell’Istituto superiore di sanità (Iss), sono state quasi 20.000 le interruzioni di gravidanza illegali nel 2006. Un fenomeno grave, che interessa sempre più le donne immigrate, e che compare spesso sulle pagine di cronaca quando a operare è un camice bianco, colpevole magari di aver dirottato le pazienti dalle strutture ospedaliere pubbliche a quelle private. Grazie all’applicazione della legge 194, come recentemente illustrato dagli esperti dell’Iss, in trent’anni sono stati scongiurati un milione di aborti clandestini. Prima della 194 si registravano 350 mila interruzioni di gravidanza illegali: nel 1983 il loro numero era sceso a 100 mila, mentre nel 2006 si è arrivati a 20 mila. Le immigrate, soprattutto quelle irregolari, sono le donne più a rischio. Il problema è la mancata conoscenza delle norme italiane che garantiscono, non solo alle italiane, la tutela della maternità e il diritto ad abortire in ospedale. Tra le straniere, le più problematiche sono le cinesi (nella Chinatown milanese si parla anche di dieci aborti clandestini al giorno) e le romene. Ma al di là delle vittime, chi sono i "carnefici" che attuano questi aborti nell’illegalità? Secondo l’ultima relazione al Parlamento del Ministero della Giustizia sulla legge 194, l’81% delle persone iscritte presso le procure non sono medici, il 17% sono medici e il 2% paramedici. Marcata l’incidenza degli stranieri, che nel 2007 hanno rappresentato il 23% delle persone iscritte. (ANSA).

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