Documenti agli sportelli Unici sui “progressi” fatti in questi due anni, ma anche un test di italiano e di educazione civica. Nessuna verifica per chi è arrivato in Italia per motivi familiari
Roma – 14 febbraio 2014 – Hanno avuto due anni per integrarsi, ora dovranno dimostrare se hanno raggiunto l’obiettivo.
Forse è una sintesi un po’ drastica, fatto sta che dal mese prossimo molti degli immigrati entrati per la prima volta in Italia a partire dal 10 marzo 2012, e quindi obbligati dalla legge a sottoscrivere l “accordo di integrazione” per avere il permesso di soggiorno (qui tutti i dettagli) , verranno convocati dallo Sportello Unico per l’Immigrazione. Dopo ventiquattro mesi dalla firma arriva infatti il momento della verifica di quell’accordo.
L’integrazione è misurata a punti, che salgono con comportamenti considerati virtuosi, ma vengono decurtati quando non si fila dritto. Per esempio, un corso di studi, la scelta del medico di base, la sottoscrizione di un contratto di affitto li fa salire, una condanna penale o una multa per evasione fiscale li fa scendere. In questa sezione di Stranieriinitalia.it trovate tutte le informazioni più dettagliate.
Al momento della firma del contrato si ottengono d’ufficio 16 punti. Se entro due anni sono diventati 30 e si conoscono la lingua italiana e le basi della nostra cultura civica, l’accordo si considera rispettato. A chi si ferma tra 1 e 29 punti viene dato un anno di tempo per recuperare, se però i punti sono 0 o meno, addio permesso di soggiorno e scatta l’espulsione.
La verifica è quindi un momento fondamentale, e qualche giorno fa il ministero dell’interno ha dato le prime indicazioni operative agli Sportelli Unici per l’Immigrazione. Questi nelle prossime settimane inizieranno a chiedere agli stranieri con l’accordo in scadenza di presentare tutta la documentazione sugli obiettivi raggiunti in questi due anni e controlleranno con casellario giudiziario, comuni, agenzia delle entrate ecc. se ci sono da fare decurtazioni.
Chi non ha documenti per dimostrare che conosce l’ italiano e l’educazione civica dovrà sostenere un test organizzato dagli stessi Sportelli Unici per l’Immigrazione. La domanda si presenterà online, tramite il sito accordo https://integrazione.dlci.interno.it, con le credenziali ricevute quando si è sottoscritto l’accordo di integrazione.
Importante: non è prevista la verifica per gli stranieri titolari di un permesso di soggiorno per motivi familiari o nei confronti dei quali è stato rilasciato un nulla osta al ricongiungimento familiare. Anche se fossero a zero punti, infatti, non sarebbero espellibili. È una fetta importante degli immigrati entrati in Italia negli ultimi due anni, dal momento che gli ingressi per lavoro sono praticamente bloccati.
Il Viminale ha contato 66 mila accordi in scadenza tra marzo e dicembre 2014, ma ne andranno effettivamente verificati solo 26 mila. Com’era prevedibile, i più impegnati saranno gli Sportelli Unici per l’Immigrazione di Roma (5mila verifiche ) e Milano (2mila).
Elvio Pasca
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