Roma, 20 giugno 2025 – Alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato, è stato firmato un protocollo d’intesa triennale che segna un passo concreto verso l’inclusione lavorativa dei rifugiati e dei migranti vulnerabili nel settore turistico. Il documento è stato sottoscritto da tre ministeri – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dell’Interno, Ministero del Turismo – e dall’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo (Ebnt).
Un’alleanza tra istituzioni e parti sociali
Obiettivo dell’accordo è favorire l’autonomia socio-lavorativa delle persone presenti nei sistemi di accoglienza, rispondendo al tempo stesso alla crescente richiesta di manodopera nel turismo. L’iniziativa prevede la collaborazione tra Governo e parti sociali rappresentate nell’Ebnt, tra cui Federalberghi, Fipe, Fiavet, Faita, Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL.
Formazione e inserimento nelle imprese
Saranno avviati percorsi formativi dedicati e altre misure di politica attiva del lavoro, riservati a titolari di protezione internazionale o temporanea e ad altre categorie di cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità, purché muniti di permesso di soggiorno valido per attività lavorativa. I partecipanti potranno accedere a esperienze nelle aziende associate, con l’obiettivo di un inserimento lavorativo stabile.
Un modello già sperimentato
Il protocollo segue il modello già applicato con successo nel settore delle costruzioni, dove un’iniziativa analoga ha favorito l’ingresso di migranti nel mercato del lavoro, dimostrando l’efficacia della cooperazione istituzionale e della concertazione con le parti sociali.
Coerenza con le direttive internazionali
Questa iniziativa è coerente con i principali documenti di indirizzo internazionali, europei e nazionali, e con il Testo Unico dell’Immigrazione, che riconosce l’importanza di coinvolgere organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro nelle politiche di integrazione e gestione dei flussi migratori.
Il protocollo rappresenta un segnale forte di integrazione attiva, unendo esigenze del mercato del lavoro e rispetto dei diritti fondamentali di chi cerca un nuovo inizio. In un settore chiave come il turismo, questa alleanza può trasformarsi in una buona pratica replicabile in altri comparti.