Contratto quattro più quattro e a prezzi stracciati per chi si rivolge all’Agenzia delle Entrate. Sunia: “Solo il 15% degli immigrati ha contratti regolari”
Roma – 7 giugno 2011 – Un contratto d’affitto che dura tanto e costa poco. È il premio che da oggi possono guadagnarsi gli inquilini “in nero”, se denunciano questa situazione all’Agenzia delle Entrate e registrano il contratto.
È scritto nel decreto sul federalismo municipale, in vigore dallo scorso sette aprile. La nuova legge introduce infatti un giro di vite contro le tante forme di contratti sommersi: non scritti e non registrati, scritti ma non registrati, registrati ma con importi inferiori, registrati come comodati d’uso gratuito quando invece l’inquilino paga ogni mese.
I proprietari di casa avevano sessanta giorni di tempo, scaduti ieri, per mettersi in regola. Da oggi, chi viene scoperto pagherà multe salate, ma sarà anche costretto a stipulare con l’inquilino un contratto di quattro anni rinnovabile per altri quattro, a un canone pari al triplo della rendita catastale della casa, cioè fino all’80% più basso rispetto a quello di mercato.
L’opportunità riguarda naturalmente anche i cittadini stranieri in Italia, che nella stragrande maggioranza dei casi vivono in affitto. Troppo spesso senza contratto o con un contratto che non dice come stanno davvero le cose, a giudicare, per esempio, dalla ricerca “Gli immigrati e la casa” pubblicata due anni fa dal Sindacato Nazionale Unitario Inquilini ed Assegnatari (Sunia).
Su un migliaio di cittadini stranieri intervistati dal Sunia, appena il 15% aveva un contratto registrato con il reale importo dell’affitto, nel 46% dei casi i proprietari dichiaravano in importo inferiore, il 39% delle sistemazioni era invece totalmente in nero, mancando la registrazione del contratto. Il sindacato stimava un’evasione fiscale di 1,1, miliardi di euro.
“Sopratutto tra gli immigrati c’è spesso un timore quasi reverenziale verso i padroni di casa. Non vogliono inimicarseli per paura di essere cacciati. Credo comunque che le nuove norme spingeranno molti a denunciare queste situazioni: un appartamento che oggi nella periferia romana costa ottocento euro al mese in nero, dopo la denuncia e la registrazione del contratto verrebbe a costarne centocinquanta” spiega a Stranieriinitalia.it l’avvocato Aldo Rossi, segretario nazionale del Sunia.
Come dovrebbe muoversi chi ha un contratto in nero? “Innanzitutto dovrebbe verificare attraverso i servizi telematici dell’agenzia delle Entrate se il contratto è stato registrato, magari in questi ultimi giorni, e quale canone è stato indicato. Solo con un quadro certo – consiglia Rossi – si può procedere con la denuncia. Le situazioni, comunque, vanno valutate caso per caso, conviene farsi aiutare da associazioni come la nostra”.
Naturalmente, questa strada può essere percorsa solo dagli immigrati regolari. La legge vieta, infatti, di fittare casa ai clandestini e punisce i proprietari con l’arresto e la confisca dell’appartamento. un immigrato senza permesso di soggiorno che provasse a registrare il contratto con la nuova procedura, non rimedierebbe un affitto più conveniente, ma solo un’espulsione.
Elvio Pasca