"La Libia farà la fine della Tunisia e l’Italia sarà accusata di aver foraggiato regimi dittatoriali"
Roma – 17 febbraio – "L’accordo tra Italia e Libia è stato più volte contestato dalle istituzioni europee cui oggi Maroni continua a lanciare appelli. Il governo italiano deve smettere di invocare l’Ue quando gli conviene, dato che quando viene richiamato o condannato fa orecchie da mercante, altrimenti farà sempre la meschina figura fatta in questi giorni."
Sono le parole di accusa di Sonia Alfano, membro della Commissione LIBE al Parlamento europeo parlamentare per l’Italia dei Valori, rivolte al ministro dell’Interno Roberto Maroni.
"L’accordo con la Libia, Paese che non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra, viola tutte le norme comunitarie in materia d’immigrazione e diritti umani ed è inapplicabile nei confronti di qualunque Paese. La Libia, inoltre, farà la fine della Tunisia e l’Italia sarà accusata, a ragione, di aver foraggiato regimi dittatoriali".
L’Alfano ha risposto in seguito alla proposta avanzata da Maroni di attuare con la Tunisia un trattato simile a quello applicato con la Libia: ovvero i respingimenti in mare.
”La transizione democratica in Tunisia ed Egitto è già iniziata – dice l’On Alfano – e il popolo libico in queste ore sta mettendo in atto la propria ribellione ad un regime vigente da oltre quarant’anni. Il governo italiano se vuole fare qualcosa – conclude – deve semplicemente rispettare le norme comunitarie e sostenere i popoli di quei paesi che stanno pagando in cambio della libertà".
M.I.