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Alfano: “Se l’Ue non interviene, fermiamo Mare Nostrum”

Il ministro dell’Interno: “Non dicano che non hanno soldi, non li abbiamo neanche noi”. Malmstroem: “Bruxelles vicina all’Italia, mercoledì vedrò Alfano”

Roma – 25 agosto 2014 – “L’Europa deve affrontare il tema delle frontiere. Se si rifiuterà, l’Italia dovrà assumersi le proprie responsabilità perché cosi non si può andare avanti”.

Secondo il ministro dell’interno Angelino Alfano, il destino dell’operazione Mare Nostrum è segnato. Ieri è tornato a dire che o se ne farà carico l’Ue, oppure l’Italia si chiamerà fuori, limitandosi “a farsi carico del soccorso in mare per ciò che attiene al diritto internazionale e umanitario”.

Alfano dice che sta lavorando “a progetti alternativi, che ho intenzione di sottoporre al Consiglio dei ministri solo dopo un eventuale no dell’Europa”. “Non possiamo accettare l’idea – aggiunge – che Bruxelles ci dica di no con la scusa che non hanno i soldi. Perché noi li abbiamo? No, non li abbiamo neppure noi”.

Di sicuro, interrompere da un giorno all’altro Mare Nostrum sarebbe molto difficile, ma anche annunciare la chiusura dopo un certo periodo di tempo potrebbe avere conseguenze gravi. Innanzitutto perché spingerebbe i barconi ad affrettare la traversata, finchè c’è la possibilità di essere salvati dall’operazione italiana.

Le ultime tragedie nel canale di Sicilia sembrano però essersi fatte sentire a Bruxelles. E non solo per i commenti di circostanza della commissaria agli affari interni Cecilia Malmstroem: “Sono inorridita, le mie condoglianze alle vittime e ai loro familiari”.

“Ringrazio le autorità italiane per l’enorme sforzo messo in campo per assistere e salvare migliaia di migranti negli ultimi giorni” ha riconosciuto Malmstroem, assicurando che “la commissione Europea rimane impegnata ad aiutare l’Italia nei suoi sforzi”. Poi l’annuncio: “mercoledì incontrerò a Bruxelles il ministro Alfano per definire meglio le priorità e offrire assistenza”.

La commissaria ha poi rilanciato un appello ai Paesi membri a fornire assistenza ai paesi del Mediterraneo che fronteggiano un’accresciuta pressione di migranti e richiedenti asilo, in particolare reinsediando le persone da campi profughi che si trovano fuori dall’Ue”.
 

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