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Alfano: “Senza noi al governo la sinistra aprirebbe le frontiere”

Il vicepremier: "La linea della fermezza sui clandestini è merito nostro. Siamo un popolo accogliente, ma non possiamo accogliere tutti"

Roma – 13 novembre 2013 – La paura dell’immigrazione, o, più precisamente, di quello che sull’immigrazione farebbe il centrosinistra da solo al governo.

È una delle carte con cui il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano pensa di tenere unito il Popolo delle Libertà. E convincere a più miti consigli quanti vorrebbero far cadere il governo come rappresaglia per l’eventuale decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

Alfano lo spiega oggi in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera, nella quale sostiene che finora “c’è stato tanto Pdl nel governo”. E fa una serie di esempi: “dalla riforma di Equitalia all’abolizione dell’Imu, all’ecobonus che ha rilanciato l’edilizia privata, senza considerare – sottolinea – la linea di fermezza nella lotta all’immigrazione clandestina”.

“E già oggi è chiaro – aggiunge il vicepremier –  cosa accadrebbe se non fossimo più al governo: da una nuova tassazione degli immobili, alla diminuzione nell’uso del contante, fino a una legislazione che aprirebbe in modo indiscriminato le nostre frontiere”.
Di immigrazione Alfano ha parlato anche a Padova, in un incontro con gli amministratori locali del centrodestra.

''Bisogna fare una grande battaglia per contare di piu' in Europa. Lampedusa non e' frontiera italiana ma frontiera europea.  Noi – ha aggiunto – siamo un popolo accogliente ma non possiamo accogliere tutti, facciamo fatica ad assicurare il futuro a giovani e imprese italiane''.

 

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