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Alfano: “Reato di clandestinità non ha funzionato ma non va abolito”

Roma, 11 gennaio 2016 – Il reato di immigrazione clandestina “fu un tentativo di dissuasione, ma non funziono'”. Ma nonostante il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, condivida le “ragionevoli obiezioni” tecniche del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, e quelle “altrettanto ragionevoli” del collega di governo Andrea Orlando, tiene il punto: “Non e’ questo il momento opportuno per andare a modificare quel reato. La gente non capirebbe”.

In un’intervista al quotidiano la Repubblica, Alfano smentisce che ci sia stato uno scontro con il ministro della Giustizia, Orlando. “Non c’e’ stato nessuno scontro – dice – anzi, non c’e’ nessuna delle cose che ha detto Orlando che non abbia il pregio della ragionevolezza”.

Secondo il responsabile del Viminale “il tema e’ un altro. Nel campo della sicurezza stiamo giocando due partite intrecciate, ma diverse: una sulla realta’ e l’altra sulla percezione della realta’. La realta’ e’ che calano i reati, che la criminalita’ organizzata non e’ mai stata cosi’ in affanno, che abbiamo saputo gestire 10mila manifestazioni di ordine pubblico e che, soprattutto, abbiamo svolto finora un ottimo lavoro di prevenzione sul terrorismo internazionale. Il mio no alla cancellazione del reato di clandestinita’ riguarda esattamente questo: il momento e’ molto particolare e non dobbiamo dare agli italiani l’idea di un allentamento della tensione sulla sicurezza proprio mentre chiediamo di accogliere i profughi”.

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