Il ministro dell’Interno risponde ad un’intervista sull’immigrazione del vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini
ROMA – Il disegno di legge Amato-Ferrero "non prevede la chiusura dei Cpt" e dunque l’ipotesi che l’Unione europea avvii "una procedura d’infrazione a tale riguardo, è del tutto priva di fondamento".
Lo afferma il ministro dell’Interno Giuliano Amato in una nota in cui commenta l’intervista al vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini, pubblicata ieri dal settimanale di informazione politica dei Circoli della Libertà.
Nell’intervista Frattini sottolinea tra l’altro "appena riceverò il testo del ddl provvederò a fornire tutte le informazioni, ma i timori sono già molti. L’Europa guarda con attenzione e preoccupazione a questa nuova normativa".
Frattini cita in particolare "l’annunciata chiusura dei centri temporanei di accoglienza" e "la ribadita modalità di autosponsorizzazione per i cittadini stranieri". In una successiva precisazione, lo stesso vicepresidente dell’Ue ha affermato che "il governo conosce le critiche, i rilievi e le preoccupazioni da me pubblicamente espresse, in più occasioni, alla proposta di legge sull’immigrazione: critiche, rilievi e preoccupazioni che ho ribadito nell’intervista, attento però a distinguere tra accenti ideologici e prospettive riformiste, come è necessario fare in qualsiasi temperie politica".
Nello spiegare la posizione del Governo italiano in materia di immigrazione Amato sottolinea che nel Ddl di modifica della Bossi-Fini, inoltre, "non è prevista alcuna sanatoria". E se alcuni esponenti della maggioranza hanno sostenuto le ragioni di una regolarizzazione più ampia, "sarebbe stato più giusto sottolineare che queste posizioni non hanno trovato spazio né nella riforma né in altri provvedimenti del governo".
Quanto al pattugliamento del Mediterraneo, dice ancora Amato, "le scelte italiane riflettono orientamenti" condivisi proprio da Frattini nell’ultima riunione dei ministri dell’Interno dell’Ue. "Riunione nella quale egli stesso ha sostenuto che il pattugliamento in alto mare, e senza la collaborazione dei paesi di provenienza, rischia di essere inefficace al fine di contrastare i flussi migratori". "Più utile – prosegue Amato – è il pattugliamento presso le coste dei paesi di imbarco, nel nostro caso la Libia, in collaborazione con i governi di quei paesi. Su questo l’Italia sta lavorando molto attivamente insieme allo stesso vicepresidente Frattini".
Il ministro, infine, si dice "certo" che "diversi virgolettati, a partire da quello del titolo, non sono stati effettivamente pronunciati dal vicepresidente Frattini. Lui stesso, ne sono sicuro, li ritiene incompatibili con il suo ruolo istituzionale".
Intanto, nella giornata di ieri, si è riunito il Gruppo tecnico di lavoro istituito presso il Ministero dell’Interno dall’articolo 2 del Testo unico sull’immigrazione (decreto legislativo 286/1998, come modificato dalla legge 189/2002). Tra gli argomenti dibattuti, anche l’istruttoria per l’adozione del decreto flussi 2007.
L’organismo cura l’istruttoria delle questioni di competenza del Comitato per il coordinamento e il monitoraggio delle disposizioni del Testo unico, presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri.
(14 luglio 2007)
s.c.