L’imam Abou Ammar al-Sudani da qualche giorno conduce un programma su un’emittente bresciana. E sogna una tv musulmana finanziata da aziende italiane: “La comunità islamica è un mercato importante”
Roma – 15 maggio 2012 – È famoso il “Pace e Bene” di Padre Raniero Cantalamessa e rimangono indimenticabili gli “Alleluja” di Chuk & Nora parodiati da Corrado Guzzanti e Marina Massironi. Nell’Italia multietnica e multireligiosa, ora arrivano però anche i telepredicatori islamici.
Da qualche giorno, sull’emittente bresciana Rtb, va in onda un programma in arabo condotto da Abou Ammar al-Sudani, imam itinerante di origine sudanese che tiene sermoni in diverse moschee italiane. Si chiama Min Dakhil al-Rumia (che potrebbe essere tradotto “Dall’Occidente”) e può essere seguito, sul satellite, anche nei Paesi arabi e nordafricani, dove trasmissioni di questo tipo fanno milioni di telespettatori.
“Il nostro programma – spiega Abou Ammar – non vuole copiare quelli gia’ esistenti e trasmessi dalle Tv dei Paesi arabi, ma parlare del ruolo dell’Islam in occidente e in Italia dal punto di vista sociale, culturale e religioso, trattando argomenti come le origini stesse dell’Islam e cercando di applicarne i principi alla nostra vita quotidiana”.
“Dall’interno della terra dei romani” è un primo passo, ma l’imam sogna di dar vita a una vera e propria televisione islamica, finanziata anche da investitori italiani. “Perchè la comunità islamica – sottolinea – rappresenta un mercato importante a cui molte compagnie, come quelle telefoniche o aeree, intendono rivolgersi”.
EP