Si lavora per recepire l’ordinanza anti-discriminazione. Ma a Palazzo Marino il centro-destra chiede di mantenere la linea
Milano – 14 febbraio 2008 – Il Comune di Milano sta rivedendo la circolare che preclude ai figli di immigrati clandestini l’iscrizione alle scuole materne. Merito, più che della diffida del ministero dell’istruzione, dell’ordinanza del tribunale che ha definito quel limite una discriminazione.
"Stiamo ragionando per trovare criteri oggettivi che ci permettano di coniugare legalità e accoglienza” ha detto ieri l’assessore alle Politiche Sociali Mariolina Moioli. La strada, indicata dall’ordinanza del giudice Marangoni, sarebbe quella di introdurre nella circolare il criterio della “dimora abituale”, superando così la distinzione tra genitori regolari e non.
Ier, sulla questione sono tornati i ministri per l’istruzione e per le pari opportunità. ”Confido nella saggezza del sindaco di Milano – ha dichiarato Giuseppe Fioroni – Nessuno, ne sono certo, vuole misurarsi in inutili e dannosi bracci di ferro sui diritti dei bambini. E poi errare è umano. Certo, perseverare…”. Meno accomodante Barbara Pollastrini: “Sarebbe un’umiliazione se la nostra città si segnalasse nel Paese con una scelta miope e crudele”.
L’ordinanza anti-discriminazione ha naturalmente rinfocolato anche il dibattito in consiglio comunale.
La capogruppo del Pd Marilena Adamo ha ribadito al necessità “di far prevalere la ragione e l’interesse dei bambini. Ora si apra l’auspicato tavolo di lavoro tra Comune e scuole statali per ottenere più risorse e programmare insieme la risposta all’aumento di domanda con l’eventuale gestione comune delle liste d’attesa"
Dal centrodestra arrivano invece inviti a non modificare la circolare. "Il Comune – ha affermato Carlo Fidanza (An) – continui a sostenere la linea tenuta finora, perché la circolare è corretta e nel segno della legalità". Fidanza, assieme al capogruppo del Carroccio Matteo Salvini, ha chiesto alla Giunta di prenotare ricorso contro un’ordinanza che definisce “scandalosa”.