IIl primo cittadino di Gattinara mette la fascia nera al braccio e le bandiere a mezz'asta. “Ce l'ho col sistema, non con gli immigrati”, dice, ma intanto li vuole cacciare
Roma – 12 settembre 2014 – Gattinara, ottomila abitanti in provincia di Vercelli, è uno dei tanti comuni italiani che dovrebbe fare la loro parte nell'accoglienza dei profughi. Al sindaco leghista Daniele Baglione questa però sembra una tragedia.
Così, quando l'altro giorno sono arrivati in paese sei uomini provenienti dal Gambia, ha Baglione si è messo a lutto, infilando intorno al braccio una fascia nera. Poi ha messo al lutto anche il Comune, mettendo a mezz'asta e listando di nero le bandiere.
Il leghista dice che l'obiettivo della sua protesta “non sono gli immigrati, ma un sistema che non tutela i propri cittadini e fornisce garanzie illusorie a chi giunge in Italia". Intanto però ha dato il via a una raccolta firme per sloggiare i sei profughi, sistemati provvisoriamente nel presidio ospedaliero del paese.
"Da oggi – lamenta Baglione – i cittadini che vengono in municipio a chiederci aiuto economico o un lavoro, potranno compilare un modulo per chiedere allo Stato di essere considerati rifugiati politici in Italia: quelle persone valgono 35 euro e vengono gestiti da privati che lucrano sulla loro pelle. Non giudico i profughi, non posso farlo, ma giudico il sistema che sta dietro e davanti a loro".
L'assessore regionale all'immigrazione Monica Cerutti, però, risponde: "E' intollerabile che qualcuno cerchi la ribalta mediatica sulle spalle dei profughi. Da chi ricopre un ruolo di responsabilità nelle istituzioni non accettiamo siparietti mediatici volti a strumentalizzare il dramma dei profughi. Il sindaco di Gattinara non sta servendo lo Stato e neppure i suoi cittadini".