Dopo le proteste degli immigrati del Cara arriva la soluzione di Mantovano: ”Raddoppiamo la Commissione territoriale. Tempi più brevi e più attenzione”.
Roma, 4 agosto 2011 – Sembrano destinate a diradarsi le nubi dei giorni bui su Bari, quelli delle proteste degli immigrati del Cara che lunedì hanno invaso la linea ferroviaria ss16, ingaggiando poi un duro scontro con le forze dell’ordine.
Una soluzione, almeno temporanea, sembra averla trovata il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che in l’occasione di un tavolo tecnico in Prefettura ha proposto la creazione di una seconda Commissione territoriale che lavori anch’essa per il riconoscimento dello status di rifugiato politico, snellendo così il lavoro arretrato.
La Commissione di Bari infatti aveva accumulato un cospicuo ritardo nel suo lavoro per via dell’iter da seguire per il riconoscimento dello status che va analizzato “caso per caso” e ciò fu la causa scatenante della protesta di lunedì, quando i 300 ospiti del Cara hanno dato vita alla violenta rivolta proprio per il ritardo con cui la Commissione stava esaminando le loro domande.
Mantovano ha poi cercato di spiegare analiticamente le cause di questo ritardo, determinato, secondo il sottosegretario, da un surplus di lavoro conseguente alla forte ondata migratoria scaturita dalla crisi in nord Africa. “Tra il 1 gennaio e il 31 luglio del 2010 – spiegato Mantovano – la Commissione Asilo di Bari ha dato una risposta articolata a 506 delle richieste di riconoscimento di protezione presentate. Tra il 1 gennaio e il 31 luglio 2011, le richieste sono state 3731, più di 7 volte e abbiamo superato di parecchio il numero dell’intero 2010. Questo ha comportato un peso spropositato – prosegue il sottosegretario – che ha gravato sulla commissione di Bari”.
Partendo da questa considerazione Mantovano ha deciso di far raddoppiare la Commissione, istituendo questa seconda sezione con l’obiettivo di “abbattere i tempi di decisione sulle richieste ma anche avere una maggiore attenzione sulle ragioni che hanno indotto i migranti a fuggire dai loro paesi”.
Oltre questi elementi il sottosegretario all’Interno ha aggiunto che “Si terrà conto che tra i presenti in Libia, nel momento in cui sono ripresi gli sbarchi, non c’erano soltanto persone che fuggivano da persecuzioni o da condizioni di gravi disagi ma c’era chi era lì per eludere le norme sugli ingressi irregolari” un elemento che sarà tenuto con dovuta considerazione, ha concluso Mantovano.
M.I.