Dopo il fermo di un cittadino marocchino. Il sindaco: “Ci dissociamo”
Roma – 6 dicembre 2010 – Non si sono fatte attendere i rigurgiti razzisti dopo il fermo di un cittadino marocchino per il suo presunto coinvolgimento nella scomparsa della tredicenne Yara Gambirasio, a Brembate.
Ci sono i cartelli apparsi nel paese in provincia di Bergamo, sopratutto vicino casa della ragazza: “Occhio per occhio, dente per dente”, “Marocchini fuori da Bergamo”, “Marocchini fuori dall’Italia”, “Padroni a casa nostra”. E poi c’è il web, con face book che si riempie di pagine: “Lasciatecelo in piazza” e”Noi non abbiamo mai cercato niente, loro vengono qui a rubarci il lavoro e violentarci le donne’ .
Il sindaco di brembate ha buttato acqua sul fuoco. "Ci dissociamo da singoli episodi manifestatisi in occasione della divulgazione di notizie inerenti alle indagini tuttora in corso e ancora in fase di accertamento. Auspichiamo che ciò non sia strumentalizzato".
Soffia, invece, sul fuoco, l’eurodeputato della Lega Matteo Salvini: “Queste cose succedevano anche prima che arrivassero gli immigrati, ma da quando ci sono così tanti irregolari succedono di più. Lo dicono i numeri" dice oggi in un’intervista a Repubblica. “Sicuramente – aggiunge – l’immigrazione incontrollata ha prodotto dei danni".