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Cgil: “Serve una proroga sulla regolarizzazione, o si rischia il fallimento”

Lo chiede la Cgil regionale dell' Emilia Romagna. "Le norme sembrano fatte apposta per non far emergere, se non in minima parte, il lavoro irregolare collegato all'immigrazione in Italia"

Bologna, 2 ottobre 2012 – La sanatoria per regolarizzare gli immigrati e' "a rischio fallimento a causa di norme poco chiare e incongruenti, che pretendono requisiti impossibili per la maggior parte dei lavoratori intenzionati a regolarizzarsi".

A sostenerlo e' la Cgil regionale Emilia Romagna che snocciola i numeri di meta' percorso. Secondo i dati aggiornati al 28 settembre, infatti, in Emilia Romagna le domande presentate sono 3.746, un numero irrisorio rispetto alle 50 mila attese e rispetto anche ai dati della sanatoria 2009. Nel periodo corrispondente, infatti, la sola somma tra le domande di Bologna e Modena aveva toccato il numero di 5.821.

La Cgil ha inviato, non a caso, una lettera ai ministeri interessati, con l'obiettivo di correggere l'interpretazione di alcune norme del decreto per ampliare la platea dei beneficiari e prorogare di almeno un mese la scadenza del 15 ottobre. "Le norme sembrano fatte apposta – ha rimarcato in conferenza stampa a Bologna il sindacalista Mirto Bassoli, della segreteria Cgil regionale – per non far emergere, se non in minima parte, il lavoro irregolare collegato all'immigrazione in Italia".

"Penso – ha continuanto Bassoli – all'obbligo di dimostrare la presenza nel Paese da prima del 31 dicembre 2011 ad oggi, certificata addirittura con documenti di organismi pubblici: un'assurdita', tanto piu' considerando che queste persone devono fare i conti, dal 2009, con il reato di clandestinità".

 Un esempio particolarmente calzante in proposito, che riguarda l'Emilia Romagna, e' quello delle tante bandati e colf attive nelle zone terremotate, rientrate nei paesi d'origine all'indomani del sisma e in gran parte oggi tornate al lavoro. Secondo la Cgil in questi casi "e' una palese ingiustizia che non possano accedere alla regolarizzazione".

In attesa delle risposte del governo alle richieste del Tavolo immigrazione, la Cgil regionale si prepara comunque al dopo e annuncia "il ricorso a tutti gli strumenti possibili, comprese azioni legali e interventi presso gli organi ispettivi e di vigilanza, per far emergere i rapporti di lavoro irregolari che coinvolgono lavoratori stranieri, con l'obiettivo di regolarizzarli come vuole la Direttiva europea (52/2009) che la sanatoria avrebbe dovuto recepire e che invece nel concreto purtroppo contraddice".

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