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Cie. Kyenge: “A Bologna va chiuso definitivamente”

Il Viminale ha stanziato 150 mila euro per ristrutturarlo. La neodeputata del Pd: “Le condizioni sanitarie sono critiche e i gestori non pagano i dipendenti”

Roma – 5 marzo 2013 – “La temporanea chiusura del Centro d’identificazione ed espulsione di Bologna con il comprensivo stanziamento economico per la ristrutturazione ci lascia interdetti soprattutto alla luce dei numerosi problemi verificatesi in questi mesi di gestione del Consorzio Oasi di Siracusa, sia a Modena sia a Bologna, per gli stipendi non pagati ai dipendenti e le critiche condizioni sanitarie in cui versano i trattenuti”.

Così Cécile Kyenge, neoeletta deputata del Pd e portavoce della Rete Primo Marzo. “Qualche mese fa –ricorda –  era stata aperta una inchiesta in Procura sull’attribuzione del bando al Consorzio Oasi, che doveva verificare le condizioni offerte: condizioni che, oggi, ci paiono largamente disattese. Credo che siano divenuti maturi i tempi di chiusura definitiva di una struttura di cui, da tempo, lamentiamo costi ed efficacia”.

Il ministero dell’Interno ha stanziato 150 mila euro per la ristrutturazione del Cie di Bologna, che durerà circa un mese. Intanto i trattenuti saranno trasferiti in altri centri. La struttura di via Mattei negli ultimi mesi è stato al centro di numerose polemiche e visite istituzionali che ne hanno chiesto a più voci la chiusura, sottolineandone le numerose problematicità.

Lo stesso sindaco Virginio Merola ha paralto di una “situazione strutturale, igienico-sanitaria e gestionale deficitaria". Medici per i diritti umani ha denunciato le carenze sanitarie assieme alla Garante regionale dei detenuti Desi Bruno che, dopo aver sottolineato come le condizioni di degrado fossero rimaste immutate nonostante gli ultimi appelli, in una nota afferma: “Ho chiesto, ancora con più forza negli ultimi mesi, che il Centro di identificazione e di espulsione di Bologna fosse chiuso”.

Anche a Modena, dove il Cie è gestito dall’Oasi di Siracusa, il sindaco Giorgio Pighi che si appresta ad una visita ufficiale su sollecitazione della Rete Primo Marzo, ha parlato di “un esempio di come, in materia di appalti di servizi, il sistema del massimo ribasso possa produrre disastri” rispondendo a un’interrogazione in consiglio comunale promossa dal Pd. Recentemente il sindaco Pighi aveva inoltre incontrato i rappresentanti Cgil degli operatori del Cie per valutare le azioni sul mancato pagamento degli stipendi.
 

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