Elvio Pasca
"Naturale discutere di proposte non incluse nel programma", ma "la decisione della maggioranza vincola la minoranza" Roma – 2 novembre 2009 – Sulla riforma della cittadinanza il Popolo delle Libertà avrà una linea decisa a maggioranza dai piani alti del partito. Lo ha spiegato Silvio Berlusconi in una delle interviste raccolte da Bruno Vespa per il suo nuovo libro .
Berlusconi parla della riforma a proposito del rapporto con Fini e con la sua corrente. È infatti proprio il finiano Granata ad aver firmato con Andrea Sarubbi del Pd la proposta bipartisan che rende quasi automatica l’acquisizione di cittadinanza per i minori e dimezza i tempi per le naturalizzazioni.
"Fini si è dimostrato un alleato leale e un politico lungimirante. A lui mi lega un solido rapporto di amicizia e di stima. Anche con i parlamentari che vengono da An il rapporto è ottimo" dice Berlusconi.
"È naturale – aggiunge il premier – che la direzione del Pdl e l’Ufficio di Presidenza discutano di proposte nuove non incluse nel nostro programma elettorale, come per esempio quella di concedere in anticipo la cittadinanza agli immigrati. Si discute, si vota e la decisione della maggioranza vincola la minoranza".
Mercoledì scoro, durante la presentazione del Rapporto Caritas 2009, era stato Gianfranco Fini a parlare della riforma, augurandosi almeno un accordo sui minori. "Chi è nato qui o è arrivato qui da piccolo può diventare italiano dopo aver frequentato ininterrottamente un ciclo scolastico" ha detto il presidente della Camera.
Sul confronto all’interno del Pdl non potranno però non pesare i veti della Lega. Il Carroccio è apertamente contrario alla riforma, e solo due giorni fa il ministro Maroni ha calcato la mano dicendo che "se fosse già legge la proposta in discussione in Parlamento che riduce della metà i tempi di concessione della cittadinanza, il terrorista che si è fatto saltare a Milano nei giorni scorsi, sarebbe stato un cittadino italiano".
EP
