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Cittadinanza. Bersani: “Dall’autunno daremo battaglia”

Il segretario del Pd: "Oggi figli di immigrati non sono ne’ immigrati ne’ italiani. Un Paese civile gli dice chi sono"

Roma – 6 luglio 2010 – Il Partito Democratico annuncia battaglia in Parlamento sulla riforma delle regole per diventare italiani, guardando soprattutto alle seconde generazioni. Un tema su cui trova sponde importanti anche tra i finiani, all’interno della maggioranza.

“Dall’autunno faremo partire una battaglia su questo" ha detto stamattina, nel corso di un convegno del partito su manovra e welfare, il segretario Pier Luigi Bersani. "Dobbiamo avere una politica di integrazione e la prima è quella che costa meno: la cittadinanza".

Bersani ha ricordato, "ogni anno nascono ogni anno 40-50mila bambini figli di immigrati, che non sono ne’ immigrati ne’ italiani. Un Paese civile gli dice chi sono. Se non ci mettiamo in testa questo non possiamo arrivare a un meccanismo culturale e sociale automatico di integrazione, siamo sempre a mettere delle pezze".

"Le dichiarazioni di Bersani che preannuncia la mobilitazione del Pd a favore della cittadinanza agli immigrati suonano come una vera e propria minaccia nei confronti delle vere esigenze dei cittadini, stranieri compresi"  ribatte Isabella Bertolini della direzione nazionale del Pdl.

"Le ‘battaglie’ del Pd pro immigrati le conosciamo molto bene e soprattutto sappiamo i pessimi risultati che hanno sempre prodotto. Per fortuna – continua Bertolini – c’e’ chi ritiene, come il centrodestra, che i diritti non debbano essere svenduti come se l’Italia fosse un megadiscount. La cittadinanza non e’ un regalo che precede l’integrazione, come vorrebbe la sinistra, ma il suggello della stessa. La politica dei diritti senza doveri la lasciamo volentieri a Bersani e compagni"

Delle proposte di riforma della cittadinanza si sta occupando la commissione affari costituzionali della Camera. Per ora le posizioni sono distanti, anche se si prospettano convergenze sulle seconde generazioni, ma intanto, stando all’ultimo calendario, la discussione non approderà in Aula prima di settembre.

EP

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