in

Cittadinanza italiana, oltre 200 mila in attesa. “Troppe domande” 

Il ministero dell’Interno conferma la “situazione di sofferenza” dei suoi uffici, che non riescono a smaltire l’arretrato. “All’impegno di incrementare la produttività, si contrappone un enorme aumento delle richieste”

 

Roma – 4 aprile 2016 – Immaginate che gli abitanti di una città grande come Brescia, Taranto o Trieste scendano tutti insieme in strada e lì rimangano con le braccia incrociate. Non per giorni, non  per mesi, ma per anni. Ora avete un’idea dell’enorme folla che sta aspettando di sapere se e quando diventerà italiana.

Sono oltre 200 mila gli stranieri che hanno chiesto la cittadinanza tricolore e attendono ancora una risposta. Le loro domande  viaggiano tra gli affannati uffici che le dovranno esaminare una a una e decidere se meritano o no il passaporto italiano. Un cammino lungo e incerto, lungo il quale i requisiti  dettati dalla legge devono tradursi in documenti e in valutazioni anche discrezionali.

L’ultima fotografia scattata dal ministero dell’Interno risale a pochi giorni fa. Il 25 marzo risultavano “in istruttoria” 208.465 domande. Circa un quarto, 54.566, sono state presentate da stranieri che hanno sposato cittadini italiani e che quindi chiedono la cittadinanza per matrimonio, il grosso, 162.899, sono di immigrati che chiedono di diventare italiani dopo diversi anni di residenza regolare ( almeno quattro per i comunitari, almeno dieci per gli extraue). 

Le statistiche rendono conto di una corsa alla cittadinanza sempre più affollata man mano che tra gli immigrati aumentano i veterani che hanno maturato i requisiti: solo 30 mila domande nel 2006, quasi 120 mila nel 2015. Per quanto si  possano snellire e informatizzare le procedure,  alla fine saranno gli esseri umani a valutare le domande e il personale del Ministero non è certo aumentato proporzionalmente rispetto alla platea degli aspiranti italiani. 

Nel 2015 sono state presentate 117.178 nuove domande per matrimonio o residenza, mentre ne sono state definite (tra accolte e bocciate) 125.501, quasi tutte risalenti agli anni precedenti. Le  risposte hanno quindi superato le domande, ed è la prima volta che succede, come si può notare nella serie storica in fondo alla pagina. Potrebbe essere il segnale che si inizia a smaltire  l’arretrato, se non fosse che è ancora troppo timido rispetto all’aumento delle domande e che la situazione potrebbe presto precipitare di nuovo. 

Se verrà approvata la riforma della cittadinanza, infatti, per il ministero dell’Interno dovranno passare anche tutte le domande figli di immigrati cresciuti in Italia e diventati maggiorenni, “ripescati” dalla nuova legge. Arriveranno presumibilmente tutte insieme, si rischierà un ingorgo.  

Al Viminale conoscono bene il problema. La scorsa settimana in Senato Angelo Di Caprio,  direttore centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze,  ha voluto concludere una  sua audizione sulla riforma ricordando proprio “la situazione di sofferenza degli uffici, determinata da un procedimento amministrativo che rimane complesso, nonostante gli sforzi a fare perno sull’innovazione tecnologica e sull’informatizzazione”. 

“All’impegno di incrementare continuamente la produttività degli uffici- ha sottolineato il prefetto – si contrappone un enorme aumento delle richieste”. Le conseguenze? Chiedetele a quei 200 mila che aspettano.

Elvio Pasca

 

Fonte: Ministero dell’Interno
Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Giornata nazionale delle vittime dell’immigrazione, pubblicata la legge

Partite le espulsioni dalla Grecia alla Turchia, “Non hanno chiesto asilo”