La tragedia raccontata dai supersiti salvati e portati a Lampedusa. Unhcr: “4220 morti quest’anno cercando salvezza nell’Ue”. Centro Astalli: “Aprire vie legali e sicure”
Roma – 3 novembre 2016 – Un’altra ecatombe nel Mediterraneo. Al largo della Libia ci sono stati ieri due nuovi naufragi e le persone disperse sono almeno 239.
È quello che emerge dai racconti di 29 superstiti portati a Lampedusa. “Questo porta a 4220 il numero di coloro che sono morti (quest’anno ndr) cercando salvezza nell’Unione Europea” ha scritto su Twitter Carlotta Sami, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhrc), aggiungendo che intanto “sono in corso nuove operazioni di soccorso nel Mediterraneo”.
I soccorritori hanno recuperato in mare 12 salme. I sopravvissuti sono soprattutto persone provenienti dalla Guinea, due di loro, uno con gravi ustioni e l’altro colpita da attacchi epilettici, sono stati trasferiti con l’elisoccorso a Palermo.
“Basta con queste stragi, rischiamo un genocidio vero e proprio. Bisogna subito avviare i corridoi umanitari, altrimenti non finiremo mai di contare morti” ha detto il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa. “È una strage continua. Ho incontrato alcuni superstiti che sono ancora sconvolti da quanto accaduto. Delle donne hanno anche subito delle violenze fisiche”.
“Servono strumenti legislativi adeguati – aggiunge Giusi Nicolini – E poi pensiamo a queste persone che arrivano a Goro e vengono rifiutati. Incredibile”.
Anche il Centro Astalli, alla luce di questa ennesima tragedia, chiede alle istituzioni nazionali e sovranazionali di garantire vie legali per arrivare a chiedere asilo in sicurezza evitando cosi’ la morte di migliaia di persone e contrastando seriamente il monopolio dei trafficanti.
Per padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, “l’emergenza non è negli arrivi dei migranti in Europa. Chi lo afferma e’ mendace e demagogico. I numeri degli ultimi tre anni sono pressoché invariati. La vera emergenza e’ il numero impressionante di vite spezzate nel tentativo di giungere in Europa. Uomini, donne e bambini lasciati morire da un continente indifferente e sempre piu’ xenofobo”.
Solo oggi nel Mediterraneo Centrale, in sette diverse operazioni di soccorso coordinate in difficili condizioni meteomarine dalla Guardia Costiera, sono state salvate 766 persone. È stato recuperato anche il corpo di una donna senza vita. I migranti erano a bordo di cinque gommoni, un barchino e una barca a vela. Sono stati soccorsi dalla nave Dattilo della guardia costiera, dall’unita’ spagnola Rio Segura, che opera sotto il dispositivo Frontex, dalle unita’ Topaz Responder e Phoenix dell’Ong Moas, dalla nave Vos Hestia di SaveTheChildren e dall’unita’ Iuventa dell’Ong Jugend Rettet.