Sibi Mani Kumaramangalam, Ghirmai Tewelde, Valerica Tarca e gli altri candidati di origine straniera non ce la fanno. E non funziona il voto “etnico”, se è vero che i romeni, che potevano andare alle urne, non hanno fatto vincere alcun connazionale
Roma – 28 maggio 2013 – Niente da fare. Ci sono nuovi italiani in Parlamento, ma non ci saranno nuovi romani in Campidoglio. Gli immigrati che hanno corso alle elezioni per diventare consiglieri comunali a Roma hanno raccolto pochi voti, a volte davvero pochissimi.
È finita male, ad esempio, la corsa Sibi Mani Kumaramangalam, origini indiane, unico nuovo italiano candidato dal Partito Democratico, il meno votato di tutta la lista: finora appena 280 voti, contro i 9221 di Estella Marino, la più votata del Pd. “Adotta un italiano, fai votare per Sibi” recitava uno dei suoi slogan, ma le adozioni, a quanto pare, non sono andare a buon fine.
Gli occhi erano puntati anche su Valerica Tarca, origini romene, della lista civica per Marino sindaco, che diceva di voler pescare preferenze nella sua comunità. Su settantamila romeni che risiedono nella Capitale, solo quattromilacinquecento si sono iscritti alle liste per andare alle urne. E pochissimi hanno scelto lei, che conta appena 191 voti (cittadini romeni? italiani? impossibile dirlo…)
Certo il risultato di Tarca fa impallidire quello di un’altra italo romena, Stella Camelia Enescu, candidata per la Destra di Storace, al momento ferma a 18 preferenze. Oppure, cambiando sponda politica, quello del compatriota Iulian Bobe, candidato con Sinistra per Roma Rifondazione Comunisti Italiani, inchiodato a 15 preferenze. Così come quello di Valentina Ciobanescu, proposta dalla Lista Alfio Marchini, che ha raccolto 29 voti.
A candidare il maggior numero di nuovi romani sembra essere stata Sinistra Ecologia Libertà. I risultati sono comunque poco esaltanti: Ghirmai Tewelde, nato in Eritrea, 231 preferenze; Aziz Darif, marocchino, 169; Liliana Lao, una “seconda generazione”, figlia di cinesi, 135.
El Hoseny Mohamed Lotfy, segretario della “comunità egiziana di Roma e del Lazio”, correva nella lista civica che ha sostenuto Gianni Alemanno: si ferma ad appena 13 voti. Consideriamo anche l’ex pornostar Ilona Staller, origini ungheresi, un’immigrata? Era nella lista del Partito Liberale, insieme al figlio Ludwig Koons: 31 voti a lei, 3 al rampollo.
Ci fermiamo qui. Qualche sorpresa, forse, potrebbe arrivare dalle elezioni dei consigli municipali, per le quali non ci sono ancora dati ufficiali. Erano tanti gli immigrati candidati ai “parlamentini” che governano Roma a livello locale e forse nei quartieri, porta a porta, è più facile farsi conoscere e apprezzare. Ma se l’andazzo è quello del Campidoglio, non è il caso di farsi illusioni.
Elvio Pasca