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Emergenza Nord Africa. “Troppo macchinoso il rilascio dei permessi”

Caritas-Migrantes: “Prorogare l’accoglienza per i più vulnerabili. Arriveranno nuovi flussi, uscire dalla precarietà”

Roma – 13 novembre 2012 – Il provvedimento adottato dal  governo per il rilascio di permessi di soggiorno umanitari rischia di  essere ”una procedura macchinosa” e pertanto, in vista della  scadenza del 31 dicembre, quando e’ prevista la chiusura  dell’emergenza nord Africa  e delle relative strutture di  accoglienza, cresce l’allarme della Caritas italiana e della  Fondazione Migrantes per i disagi e le difficolta’ burocratiche,  economiche e sociali vissute dai centri e dalle comunita’ di  accoglienza. Un quadro che induce a sollecitare interventi ”volti a  far uscire le persone da forme di accoglienza occasionali ed  emergenziali”.

Da un monitoraggio condotto dalla rete delle Caritas diocesane  impegnate nell’accoglienza, riferisce una nota, e’ emerso che circa il 60% delle persone e’ ancora in attesa di ricevere uno status  definitivo, o di conoscere l’esito del procedimento amministrativo o  di quello giudiziario.  Il provvedimento del governo, sottolineano ancora Caritas e  Fondazione Migrantes, ”potra’ essere realizzata efficacemente solo  con l’apporto congiunto degli attori istituzionali e degli enti di  tutela”.

Tra gli ospiti delle strutture, inoltre, ”figurano diverse  persone vulnerabili, centinaia di nuclei familiari e decine di minori  stranieri non accompagnati, categorie verso le quali la prospettiva di una chiusura dell’accoglienza al 31 dicembre non e’ auspicabile, oltre che difficilmente praticabile”.  Servono dunque interventi urgenti delle Autorita’ competenti ”per l’adozione  di misure volte a superare le criticita’, a partire dal tempestivo  rilascio di un permesso di soggiorno alle persone in accoglienza,  nonche’ la necessaria proroga dell’accoglienza per le categorie  cosiddette vulnerabili”.

Caritas e Migrantes sottolineano ”l’opportunita’ di un  coinvolgimento delle maggiori organizzazioni di tutela per definire un piano di misure concrete da attuare nel breve periodo, cosi’ come  accaduto nella fase iniziale di questa emergenza, durante la quale e’  stata data la disponibilita’ all’accoglienza di migliaia di  profughi”.        Infine, insieme con i vescovi della Cemi, ricordano che ”la  prospettiva realistica di nuovi flussi verso l’Italia di persone che  vivono il dramma della fuga per ragioni politiche e religiose non  permette di lasciare ulteriormente nella precarieta’ strutture e  percorsi di accoglienza e protezione umanitaria nel nostro Paese”.

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