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Fini: “Chi nasce in Italia sia cittadino prima dei 18 anni”

”Il tema della cittadinanza deve essere naturalmente affrontato non solo nella sua dimensione nazionale ma anche nella sua prospettiva europea”

Roma, 27 gennaio 2012 – ”Chi e’ nato in Italia, o chi vi ha compiuto un ciclo di studi, deve poter diventare cittadino italiano molto prima di compiere diciotto anni. E questo affinche’ la sua condizione giuridica corrisponda al sentimento del suo cuore; affinche’ egli non trascorra gli anni decisivi della sua formazione umana e civile nella condizione dello straniero o, in qualche caso, dell’emarginato, del diverso”.

Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenuto a Montecitorio a un convegno sul tema ‘L’Immigrazione e l’integrazione: una sfida da vincere per l’Europa’.

”Il tema della cittadinanza, nella sua stretta relazione con quello dell’integrazione, deve essere naturalmente affrontato non solo nella sua dimensione nazionale ma anche nella sua prospettiva europea – prosegue Fini -. La grande sfida in cui l’Italia, la Francia e tutti i Paesi del Continente devono sentirsi oggi particolarmente impegnati e’ quella di costruire un grande spazio di liberta’, di diritti e di opportunita’ per realizzare, anche nel XXI secolo, quei valori di progresso e di civilta’ che fanno parte integrante della piu’ feconda tradizione europea.

Questi valori devono costituire un riferimento comune anche e soprattutto in un momento, come l’attuale, caratterizzato dalla necessita’ di rafforzare la stabilita’ finanziaria dell’eurozona e di far ripartire il motore della crescita europea attraverso scelte coraggiose e lungimiranti”. ”Non dobbiamo del resto dimenticare che l’odierna crisi economica e finanziaria e’ avvertita con particolare gravita’ proprio dai cittadini immigrati.

E cio’ – aggiunge Fini – non solo perche’ essi risultano spesso tra i primi ad essere sospinti ai margini del mercato del lavoro; ma anche perche’ rischiano di diventare il capro espiatorio delle frustrazioni derivanti dall’impoverimento diffuso della popolazione europea”. Per Fini ”l’urgenza di affrontare con incisivita’ la questione dell’integrazione impone all’Europa di delineare un approccio comune e condiviso, che vada al di la’ del pur importante Programma di Stoccolma impostato nell’ambito dello ‘Spazio di liberta’, sicurezza e giustizia”’.

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