“Serve una gestione regolata dei flussi e aiuti ai Paesi d’origine, per fermare i trafficanti di uomini non basta sigillare le frontiere o inasprire le sanzion”. Il messaggio per la Giornata del Migrante e del Rifugiato
Roma – 29 ottobre 2012 -Migrare è un “diritto umano fondamentale”, gli Stati possono regolare i flussi migratori,ma sempre rispettando la dignità delle persone.
Lo scrive il Papa nel suo Messaggio per la 99esima Giornata del Migrante e del Rifugiato, che verrà celebrata il 13 gennaio 2013. Pubblicato oggi dalla sala stampa vaticana, si intitola “Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza”.
“Fede e speranza – scrive Benedetto XVI – riempiono spesso il bagaglio di coloro che emigrano”. Nei migranti c’è “il desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la disperazione di un futuro impossibile da costruire”, ma anche la “ profonda fiducia che Dio non abbandona le sue creature e tale conforto rende più tollerabili le ferite dello sradicamento e del distacco”.
La Chiesa è impegnata su più fronti. Dagli “interventi di soccorso per risolvere le numerose emergenze” di “povertà e sofferenza”, alle azioni per “evidenziare gli aspetti positivi, le buone potenzialità e le risorse di cui le migrazioni sono portatrici”. , favorendo “un inserimento integrale dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati nel nuovo contesto socio-culturale, senza trascurare la dimensione religiosa”.
Il Papa esorta però a “evitare il rischio del mero assistenzialismo”. Bisogna “favorire l’autentica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri”.
“Certo – premette Ratzinger – ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, ma sempre assicurando il rispetto della dignità di ogni persona umana. Il diritto della persona ad emigrare è iscritto tra i diritti umani fondamentali, con facoltà per ciascuno di stabilirsi dove crede più opportuno per una migliore realizzazione delle sue capacità e aspirazioni e dei suoi progetti”.
Soprattutto aggiunge il Papa, andrebbe però affermato “il diritto a non emigrare”, cioè a essere messi in condizione di rimanere nella propria terra. Molte migrazioni infatti, “sono conseguenza di precarietà economica, di mancanza dei beni essenziali, di calamità naturali , di guerre e disordini sociali”. Così uomini e donne diventano “più vittime che autori della loro vicenda migratoria”.
Parlando di immigrazione irregolare, Benedetto XVI punta il dito contro il traffico e lo sfruttamento di persone, soprattutto donne e bambini. “Misfatti” che “vanno decisamente condannati e puniti”, mentre “una gestione regolata dei flussi migratori, che non si riduca alla chiusura ermetica delle frontiere, all’inasprimento delle sanzioni contro gli irregolari e all’adozione di misure che dovrebbero scoraggiare nuovi ingressi, potrebbe almeno limitare per molti migranti i pericoli di cadere vittime dei citati traffici”.
Ecco allora che secondo il Pontefice sono “quanto mai opportuni interventi organici e multilaterali per lo sviluppo dei Paesi di partenza, contromisure efficaci per debellare il traffico di persone, programmi organici dei flussi di ingresso legale, maggiore disponibilità a considerare i singoli casi che richiedono interventi di protezione umanitaria oltre che di asilo politico. Alle adeguate normative deve essere associata una paziente e costante opera di formazione della mentalità e delle coscienze”, anche rafforzando e sviluppando la collaborazione tra Chiesa e Istituzioni.ù
Il testo integrale del messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2013