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Imprese e sindacati: “Immigrati indispensabili”

Le associazioni di categoria contro la proposta di Zaia di chiudere le frontiere. "Senza stranieri chiudiamo noi" Roma – 5 ottobre 2010 –  Serve una selezione migliore, ma non si possono chiudere le frontiere.
Imprese e sindacati veneti bocciano la linea di Luca Zaia sull’immigrazione. Ieri, il presidente della Refgione ha una invocato uno stop agli ingressi per lavoro, sostenendo che “Il Veneto non ha bisogno di una sola persona in più. Ci bastano quelli che ci sono già. Gli immigrati devono restare a casa loro”.

Secondo il presidente di Confindustria Veneto, Andrea Tomat, è vero che “la crisi ha complicato la situazione, lasciando sul campo migliaia di posti di lavoro, ma la soluzione non può essere la chiusura tout court delle frontiere. Semmai l’attivazione di percorsi di integrazione selettiva con l’aiuto di ambasciate e consolati, come fa già da tempo la Germania” spiega oggi sul Corriere Veneto.

“Non tutti gli stranieri sono uguali, a leggere il curriculum. In Africa – dice Tomati – ci sono ottime scuole tecniche, da cui escono ogni anno studenti abilissimi al tornio e ad altre macchine utensili, che spesso parlano pure l’inglese. Dall’India, invece, arrivano ingegneri davvero preparati.

“La chiusura indiscriminata rischia da un lato di impoverire il nostro sistema produttivo, dall’altro di frenare gli investimenti stranieri nella nostra regione, visto che molte imprese estere ritengono irrinunciabile portare con loro lavoratori dai Paesi d’origine” conclude il presidente di Confindustria.

“È chiaro che il tempo della bassa manovalanza è finito,ma pensiamo davvero di poter rinunciare alla qualità che tanti immigrati portano nelle nostre imprese?” chiede il presidente di Confartigianato Veneto Claudio Miotto. Stessa linea tra gli imprenditori edili dell’Ance: “Gli italiani il nostro lavoro non lo vogliono fare più. Le nostre scuole di formazione organizzano corsi triennali e sui banchi siedono solo stranieri. Il settore è già sull’orlo del collasso, se ci tolgono anche la manodopera il destino è segnato” dice il presidente Stefano Pelliciari.

Contro Zaia anche i sindacati. Il segretario della Cgil Emilio Viafora, punta il dito contro “questa concezione usa e getta, mercantile, delle persone, che quando servono le chiami e quando non servono più le cacci, anche se hanno contribuito a creare la tua ricchezza”. Per Franca Porto, segretario della Cisl: “La crisi ha lasciato ferite profonde ma gli stranieri continuano ad essere una presenza attiva e in molti casi necessaria: dall’edilizia alla concia non siamo in grado di sostituirli. Zaia si rassegni”.

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