Il ministro sul tentato suicidio della sedicenne pakistana: “In Italia ci sono leggi come quella contro lo stalking, che consentono di liberarsi delle persecuzioni”. “Libertà e’ un valore a cui le donne non devono rinunciare”
Roma – 25 luglio 2011 – “Quella della sedicenne pakistana di Bologna istigata al suicidio dalla decisione della famiglia di imporle nozze combinate e’ una nuova, triste storia di mancata integrazione. Una storia che poteva essere risolta molto prima, rivolgendosi alla Polizia e sporgendo denuncia”.
Cosi’ il ministro per le Pari opportunita’, Mara Carfagna. “Le nostre leggi – spiega – garantiscono pari diritti alle donne e agli uomini: imporre il matrimonio a una figlia e’ un reato grave, punito duramente. Ogni donna deve trovare il coraggio di denunciare tentativi di sopraffazione e violenza, senza timore, sicura che lo Stato e’ dalla parte delle vittime”.
“In Italia – ricorda il ministro – ci sono leggi come quella contro lo stalking, che consentono di liberarsi delle persecuzioni, comprese quelle della famiglia di origine e dai matrimoni combinati. Leggi che hanno gia’ liberato molte donne e portato i loro persecutori in carcere, leggi che le giovani immigrate devono utilizzare”.
“A questa nuova vittima e a tutte le ragazze, immigrate e non, che vivono storie come la sua, voglio dire che non sono sole e che la liberta’ e’ un valore a cui non devono rinunciare”, conclude Carfagna.