Nella traccia di argomento generale una citazione di Piero Zanini. “Oltrepassare la frontiera, muta anche il carattere di un individuo: al di là di essa si diventa stranieri, emigranti, diversi…”
Roma – 22 giugno 2016 – Nell’immancabile toto tracce dei giorni scorsi, migranti e profughi c’erano quasi sempre. Impossibile non scommettere su uno dei grandi temi di attualità, tra l’altro a ridosso della Giornata Mondiale del Rifugiato.
Chissà quanti dei 500 mila studenti alle prese con l’esame di maturità si erano preparati per parlarne nella prova di italiano. Molti ne avranno fatto tesoro stamattina, quando hanno scoperto che la traccia del tema di argomento generale era dedicata a quelle frontiere che chi cerca una vita migliore o fugge da guerre e altri orrori deve necessariamente oltrepassare.
Il ministero dell’Istruzione ha chiesto ai candidati di riflettere su un brano di Piero Zanini, i cui studi spaziano tra architettura, antropologia e geografia. È tratto dal libro Significati del confine – I limiti naturali, storici, mentali (Edizioni scolastiche Mondadori, Milano 1997):
“Il confine indica un limite comune, una separazione tra spazi contigui; è anche un modo per stabilire in via pacifica il diritto di proprietà di ognuno in un territorio conteso. La frontiera rappresenta invece la fine della terra, il limite ultimo oltre il quale avventurarsi significava andare al di là della superstizione contro il volere degli dèi, oltre il giusto e il consentito, verso l’inconoscibile che ne avrebbe scatenato l’invidia.
Varcare la frontiera, significa inoltrarsi dentro un territorio fatto di terre aspre, dure, difficili, abitato da mostri pericolosi contro cui dover combattere. Vuol dire uscire da uno spazio familiare, conosciuto, rassicurante, ed entrare in quello dell’incertezza. Questo passaggio, oltrepassare la frontiera, muta anche il carattere di un individuo: al di là di essa si diventa stranieri, emigranti, diversi non solo per gli altri ma talvolta anche per se stessi”.