I sindacati denunciano: l’agenda elettronica per prenotare gli appuntamenti è bloccata, ma non per alcuni intermediari. Bove (Cisl): “Basta informazioni passate sottobanco”. Oggiano (Cgil): “Velocità e trasparenza contro i furbi”
Milano – 13 giugno 2014 – Per ora c’è un impiegato dello Sportello Unico per l’Immigrazione arrestato mentre accetta del denaro, secondo gli investigatori una mazzetta per agevolare un ricongiungimento familiare. In carcere è finito anche un cittadino egiziano, che avrebbe fatto da intermediario per quella e per diverse altre pratiche.
Sarà la magistratura ad appurare se in prefettura, a Milano, c’è stato un caso di corruzione. Intanto, chi ogni giorno assiste gli immigrati nei loro rapporti con quell’ufficio dice che la procedura per gestire i ricongiungimenti è farraginosa e poco trasparente e il suo cattivo funzionamento favorisce comportamenti illeciti.
È la denuncia di Cgil, Cisl e Uil di Milano, che dopo la notizia dell’arresto hanno chiesto un incontro con il prefetto. Puntano il dito contro l’agenda elettronica, l’unico strumento (almeno ufficialmente) con cui gli immigrati che vogliono far arrivare in Italia mogli, mariti o figli possono prendere un appuntamento per presentare i documenti e ritirare il nulla osta al ricongiungimento familiare.
“Dallo scorso autunno, prendere un appuntamento è praticamente impossibile. Abbiamo utenti che attendono da settembre, ma il sistema dice sempre che l’agenda è piena e quindi non ci sono date disponibili. A volte scopriamo che si è aperta all’improvviso e senza preavviso qualche finestra, ma i posti sono andati subito esauriti” spiega a Stranieriinitalia.it Maurizio Bove, responsabile immigrazione della Cisl di Milano.
A quanto pare, però, c’è chi l’appuntamento riesce a prenderlo, e anche velocemente. “In Prefettura bazzicano i rappresentanti di associazioni, titolari di agenzie di servizi e avvocati che sono stranamente sempre ben informati dell’apertura di quelle finestre, e riescono a fissare gli appuntamenti” dice il sindacalista.
Diversi utenti si lamentavano, dicendo che preferivano pagare subito un intermediario, pagando anche 200 euro per avere l’appuntamento, piuttosto che affidarsi gratuitamente, ma inutilmente, agli sportelli del sindacato. All’inizio alla Cisl non ci credevano, poi hanno scoperto che era vero.
“Un nostro utente – racconta Bove – aspettava l’appuntamento da settembre. Il mese scorso si è rivolto a un’agenzia, ha pagato e nel giro di una settimana ha ritirato il nulla osta. Sospettavamo che ci fosse del marcio, l’arresto di tre giorni fa ce lo ha confermato”.
“Ora – aggiunge il sindacalista – chiediamo che il sistema di prenotazioni funzioni, con appuntamenti per tutti. E che le informazioni sui posti disponibili vengano subito pubblicate sul sito della Prefettura, non passate sottobanco. Altrimenti si fa un danno alla collettività e si fa passare l’idea che è meglio pagare quello che invece si può ottenere gratuitamente”.
Marzia Oggiano, segretario della Cgil Milano con delega all’immigrazione, conferma il problema: “Per i nostri sportelli è impossibile da mesi fissare un appuntamento tramite l’agenda elettronica, ma tanti utenti dicono che chi sono agenzie a pagamento per le quali non sembrano esistere ostacoli. Credevamo fosse impossibile, e invece questo arresto in Prefettura sembra dimostrare l’esistenza di strade alternative”
L’agenda elettronica, ribadisce la sindacalista, va cambiata. “Era nata per velocizzare le pratiche, ma ora è paralizzata e questo favorisce la creazione di aree oscure. In una procedura complessa come quella dei ricongiungimenti, gli uffici della pubblica amministrazione devono dialogare meglio e speditamente tra loro, e poi serve totale trasparenza”.
Non è la prima volta che i sindacati si fanno sentire. “Abbiamo sollecitato più volte la Prefettura a sbloccare la situazione, ci hanno sempre detto che avrebbero fatto il possibile, ma che sono a corto di personale. Questo è un punto cruciale: come si fa ad affidare servizi così importanti a pochissimi impiegati, tra l’altro quasi tutti precari? La richiesta è altissima, solo noi della Cgil a Milano trattiamo 10 mila pratiche all’anno per i cittadini stranieri”.
Riguardo al caso di presunta corruzione, secondo Oggiano non è detto che gli utenti finali sapessero che fine facevano i loro soldi: “Il livello di consapevolezza e comprensione di regole e procedure è piuttosto basso. Tanti arrivano con un passaparola agli intermediari che dicono: Vuoi il servizio? Paga. E loro pagano. Ripeto, solo con semplificazioni, velocità e trasparenza si eliminerà il sottobosco di furbi che si è creato intorno alla burocrazia dell’immigrazione”
Elvio Pasca