Rapporto di Save the Children sulla situazione in Sicilia. In dieci mesi, 2000 arrivi
Roma – 28 aprile 2009 – Circa il 60% dei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Sicilia, si allontanano dalle comunità in cui vengono accolti. È quanto si legge nel rapporto di Save the Children ”L’accoglienza dei minori in arrivo via mare” che verrà presentato domani a Roma.
Sono stati 1.860 i minori stranieri non accompagnati ospitati nelle comunità alloggio sul territorio siciliano da maggio 2008 a febbraio 2009, quasi esclusivamente provenienti da Lampedusa, dove nello stesso periodo sono sbarcati 1.994 minori non accompagnati e 300 accompagnati.
Il 91, 3% dei minori ospitati sono di sesso maschile, a fronte di un 8,7% di sesso femminile, di età compresa tra i 16 e i 17 anni. In prevalenza provengono dall’ Egitto (27,9%), dalla Nigeria (11,6%), dalla Palestina (11,5%), dall’Eritrea (10%), dalla Tunisia (9,2%), dalla Somalia (7,2%) e dal Ghana (6,3%), confermando un trend che e’ rimasto invariato negli ultimi mesi.
Sono ben 1.119 i minori che si sono allontanati successivamente al collocamento in comunità, per una percentuale pari a circa il 60% sul totale di quelli inseriti nelle strutture, con una maggiore incidenza di egiziani, eritrei e somali. Circa 200 ragazzi, inoltre, a novembre e dicembre, sono stati trasferiti in strutture non destinate all’accoglienza dei minori.
Save the Children: "Mancano posti, fondi e formazione"
"Il territorio siciliano – spiega Valerio Neri, direttore generale di Save The Children Italia – assorbe interamente il flusso dei minori che arrivano via mare a Lampedusa, con conseguenti problemi di sovraffollamento nelle strutture atte all’accoglienza, sia rispetto ai posti disponibili che rispetto al limite massimo consentito dalla normativa. Inoltre, le comunità vengono finanziate dalle Prefetture fino all’apertura delle tutele, successivamente dagli enti locali che spesso hanno problemi di fondi".
"Sovraffollamento e problemi di copertura finanziaria si traducono nell’abbassamento degli standard di accoglienza proprio nei luoghi che, al contrario, dovrebbero rappresentare per molti ragazzi l’inizio di un percorso di integrazione, adeguata protezione e tutela dei loro diritti. ‘Un numero di fughe così elevato – sottolinea Neri – e’ da imputarsi al peggioramento delle condizioni di accoglienza in comunità, ma anche alla mancanza di informazione sulle opportunità che la legge italiana può offrire a questi ragazzi, nonché di chiari percorsi formativi e professionali per i minori".
"La gestione dell’accoglienza dei minori sul territorio siciliano – prosegue il direttore generale di Save The Children Italia – deve essere ricondotta ai parametri fissati dalla normativa nazionale e regionale, procedendo alla chiusura delle strutture che non rispettano tali requisiti e al conseguente trasferimento dei minori che vi sono inseriti. Più in generale, comunque e’ necessario agire su tutti i livelli del sistema, da quello nazionale, che è ancora privo di una pianificazione basata sulla previsione degli arrivi, alle Prefetture, e ai Comuni e infine le comunità, affinché si possa garantire un’effettiva protezione e garanzia dei diritti dei minori migranti".