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Pizzo per la fila in Questura. Due arresti

Chiedevano 500 euro per concedere un posto nella coda davanti all’ufficio immigrazione di Roma, pestavano chi rifiutava

Roma – 25 giugno 2009 – Estorcevano denaro a immigrati per ‘accordargli’ un posto nella fila notturna davanti all’ufficio immigrazione di via Teofilo Patini a Roma. Due nigeriani, J.J. di 32 anni e A.B. di 29 anni, sono stati sottoposti a fermo dagli agenti delle volanti e del commissariato Prenestino per estorsione aggravata e lesioni gravi e sono in corso indagini per rintracciare un terzo complice identificato.

La banda di estorsori per i suoi fini si serviva anche di donne incinte messe ad occupare i primi posti della fila che poi venivano ceduti a caro prezzo ad altri immigrati. Al termine di accurate indagini, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato Prenestino, hanno constatato la presenza di alcuni immigrati, spesso in compagnia di donne in stato di gravidanza alle file notturne, davanti all’Ufficio Immigrazione. Gli agenti hanno notato che le donne incinte in fila sempre ai primi posti venivano poi sostituite da altre persone, tutti uomini.

Due giorni fa, a seguito di una richiesta di intervento giunta al 113 per una rissa nei pressi dell’Ufficio Immigrazione, gli agenti hanno sorpreso alcune persone che stavano discutendo animatamente e tra queste un ghanese di 35 anni con una ferita alla testa. Il 35enne ha raccontato ai poliziotti di essere stato colpito prima con una bottiglia alla nuca e poi percosso con violenti pugni al volto da alcuni nigeriani perchè si era rifiutato di pagare agli estorsori 500 euro per il diritto alla fila.

Altri due ghanesi, intervenuti per difendere il connazionale dall’aggressione, hanno raccontato agli agenti che tutte le sere i nigeriani si organizzavano con donne incinte che formavano l’inizio della fila. Poi imponevano agli altri immigrati che arrivavano, per mettersi in fila, di pagare 500 euro per ottenere il posto delle donne. Se si rifiutavano venivano picchiati violentemente. Ed è ciò che è accaduto al ghanese aggredito, medicato al Policlinico Casilino, con una prognosi di 25 giorni. Ora i due nigeriani si trovano nel carcere di Regina Coeli in regime di non isolamento con il divieto di incontro.

a.i.

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