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Quattro motovedette italiane alla Tunisia

Serviranno a fermare le partenze. Maroni: “Accordo funziona, dall’Ue tante parole ma niente fatti”

Roma – 11 maggio 2011 – L’Italia ha regalato alla Tunisia quattro motovedette, che il paese nordafricano utilizzerà per contrastare i flussi clandestini.

Costruite  a Gaeta, le imbarcazioni sono costate 1,1 milioni di euro ciascuna. Oggi al porto di Civitavecchia il ministro dell’Interno  le ha consegnate al suo omologo tunisino Abib Essid.  “Le motovedette – ha spiegato il titolare del Viminale –  passano sotto la  responsabilità della Guardia costiera tunisina. Diversamente  dall’accordo con la Libia che prevedeva equipaggi misti, questi  equipaggi saranno invece soltanto tunisini”.

Proprio il rifiuto ai pattugliamenti misti era stato uno dei nodi che avevano rallentato le trattative tra Italia Tunisia prima della sigla dell’accordo del 5 aprile scorso sull’immigrazione. Nei concitati giorni seguiti alla fuga dell’ex premier Ben Ali,  il nuovo governo di Tunisi aveva più volte chiarito che non avrebbe ammesso poliziotti stranieri nelle sue acque territoriali.

Maroni ha parlato oggi di “una  iniziativa congiunta che ribadisce il rapporto di amicizia tra Italia  e Tunisia, importante per mantenere un rapporto corretto, utile e  proficuo fra l’Europa e il Nord Africa. L’accordo -ricorda- prevede  quanto sottoscritto lo scorso 5 aprile e si inserisce nelle  forme di collaborazione per contrastare l’immigrazione clandestina ma  anche, direi soprattutto, per salvare vite umane”.

A Civitavecchia il ministro dell’Interno ha parlato anche delle polemiche sulla scarsa solidarietà europea nell’emergenza sbarchi.

“L’Unione Europea ha grandi propositi ma, quanto ad  azioni, ‘zero virgola’…” ha detto Maroni.  “Noi non ci lamentiamo –ha aggiunto replicando alle affermazioni del  ministro dell’Interno tedesco Hans Peter Friedrich- stiamo lavorando  in nome e per conto della Ue ma da soli, come abbiamo fatto fin  dall’inizio. Facciamo soltanto presente che quel che facciamo e’ un  beneficio per tutti”.

In vista dell’incontro di domani a Bruxelles, il titolare del  Viminale si augura che “si possa finalmente passare dalle parole ai  fatti. Noi non ci siamo mai fermati e continueremo a lavorare, perchè questo è il nostro compito. Il nostro ruolo lo stiamo svolgendo bene, fra mille difficolta’ ma senza lamentarci”.

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