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Regolarizzazione. Uil: “Difficile e costosa, si rischia un flop”

Guglielmo Loy: “Irragionevole chiedere documenti sulla presenza, troppo alti redditi e costi per accedere, discriminatorio escludere tempi parziali. In migliaia rischiano di perdere questa occasione”

Roma – 6 settembre 2012 –La regolarizzazione è “inutilmente complessa e onerosa” e per questo motivo rischia un “flop”, con”la conseguente mancata emersione di migliaia di lavoratori stranieri che da mesi o anni lavorano e vivono accanto a noi, in una condizione di assenza virtuale di diritti”.

Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, punta il dito contro alcuni paletti fissati per l’emersione dei lavoratori stranieri. Sono contenuti nel decreto legislativo approvato lo scorso luglio, ma anche, stando alle bozze circolate finora, nel decreto interministeriale del quale si attende ancora la pubblicazione.

Uno degli aspetti più problematici è la documentazione rilasciata da organismi pubblici con cui lo straniero dovrebbe dimostrare di essere in Italia almeno dalla fine dello scorso anno.

“Questa condizione – sottolinea il sindacalista-  ci appare irragionevole. Se un immigrato è entrato irregolarmente, è difficile che disponga di certificati emessi da autorità pubblica, tranne che non abbia avuto la ventura di finire in ospedale o abbia iscritto il figlio a scuola. Ci sembrerebbe preferibile, invece, accettare la dichiarazione del datore di lavoro, come già avvenuto in precedenti occasioni”.

Inoltre secondo Loy “i limiti di reddito richiesti per presentare la domanda [30 mila euro secondo la bozza del decreto in circolazione n.d.r.] sono molto alti, così com’è alto il costo previsto per accedere alla regolarizzazione. Non vorremmo – sottolinea – che, come successo in passato, molti datori di lavoro finiscano per far pagare il conto al lavoratore immigrato”.

Infine, alla Uil “appare discriminatoria la preclusione alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro a tempo parziale, tranne il lavoro domestico”. Questo nonostante”attualmente sul mercato, prevalgono le forme di lavoro atipiche”.

“Questi aspetti, se non corretti,  potrebbero frenare l’accesso alla procedura di ‘ravvedimento oneroso’ e far perdere  a molte migliaia di stranieri irregolari, l’occasione di avere una condizione di vita e di lavoro degni. La UIL – conclude Loy –  chiedeche il decreto attuativo giunga celermente e contenga quei chiarimenti necessari a rendere maggiormente fruibile la procedura”.

 

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