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Sanità: porte aperte ai professionisti stranieri

In Italia medici e infermieri stranieri sono solo l’1,7%. Il ministero della Salute prepara agevolazioni per l’ingresso

Roma, 20 settembre 2010 – La sanità italiana apre le porte ai professionisti stranieri, dando la possibilità di agevolazioni in termini normativi e facilitazioni per l’ingresso sul territorio.

L’iniziativa intrapresa a giugno dal Ministero della Salute è volta a potenziare un settore dove le capacità e le competenze tecniche sono indispensabili. In questo modo medici, infermieri e tecnici di laboratorio potranno arrivare in Italia, usufruendo di un piano speciale che consentirà un percorso facilitato per le procedure d’ingresso e un iter burocratico più breve.

Una ricerca in collaborazione tra Ismu, Censis e ministero del Lavoro, ha evidenziato come il personale medico straniero, in Italia, rappresenta solo l’1,7% dei lavoratori immigrati. Per incentivarne la presenza, il ministero della Salute ha delegato agli uffici regionali il riconoscimento dei diplomi stranieri in materia per velocizzarne le pratiche e favorirne l’assunzione.

Le agevolazioni previste per medici e infermieri stranieri saranno due: velocizzazione delle procedure d’ingresso, per le quali non ci vorranno più di 30 giorni (come previsto dal testo unico per l’immigrazione per i professionisti e lavoratori altamente specializzati) rispetto agli ordinari 291 giorni medi previsti.

L’altra agevolazione riguarda l’equipollenza del titolo distudio, ovvero rendere equivalenti i titoli di studio conseguiti fuori dall’Italia.Per i professionisti comunitari il riconoscimento è automatico.

Attualmente in Italia, secondo il sondaggio del Ipasvi (federazione dei collegi infermieri) su un totale di 370 operatori sanitari iscritti alla confederazione, solo 37mila sono stranieri, ovvero il 10%. Di questi, la maggioranza sono sono donne (87%). la categoria più presente sono gli infermieri, di cui 21mila sono immigrati comunitari e i restanti 16mila provengono da paesi extra-Ue.

Particolarmente numerosi, son in Italia, gli infermieri rumeni (11mila) seguiti da polacchi (3.600) e dagli svizzeri (2.900).

Marco Iorio 

 

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