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Save the Children: “Migliaia di minori stranieri vittime di sfruttamento sessuale”

Il dossier dell’associazione denuncia 2mila minori coinvolti in prostituzione. Romene e nigeriane i gruppi maggiormente sfruttati

 

 

Roma – 24 agosto 2011 – Non arretra ma anzi sembra consolidarsi il fenomeno della tratta e dello sfruttamento dei minori a scopo sessuale, ma anche di accattonaggio, in attività illegali o nel lavoro.

Uno sfruttamento che coinvolge migliaia di minori, per lo più stranieri: ragazze rumene, nigeriane, albanesi, nordafricane ma anche maschi rumeni, magrebini, egiziani, afgani e Rom rumeni e della ex Jugoslavia.

Per quanto riguarda lo sfruttamento sessuale,Save the Children stima fra i 1.600 e i 2.000 i minori, sia femmine che maschi, coinvolti in prostituzione su strada.

Una porzione significativa rispetto alla prostituzione adulta stimata fra le 19.000 e le 24.000 unità. E crescente e allarmante è lo sfruttamento sessuale indoor, nel chiuso di appartamenti: sarebbe 3 volte superiore a quello su strada, con una presenza di minori pari a circa il 10% sul totale degli adulti coinvolti. Nascoste agli occhi di tutti, le giovani vittime sono difficilmente raggiungibili da parte degli operatori sociali e di chi voglia aiutarle ad uscire da una vita da incubo.

Questo è il responso sul fenomeno della tratta e sfruttamento dei minori, secondo il nuovo dossier di Save the Children “I piccoli schiavi invisibili”.

La rilevazione dell’associazione per la difesa dei diritti dei minori,conferma che il gruppo di minori principalmente vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale è costituito da ragazze provenienti dalla Romania (46%) e dalla Nigeria (36%) seguite da ragazze albanesi (11%) e del Nord Africa (7%). Le minori rumene, in quanto cittadine comunitarie e in possesso di documenti, giungono in Italia in modo abbastanza agevole, spesso con la promessa di un lavoro, insieme a fidanzati o comunque a persone di cui si fidano

Le ragazze nigeriane costituiscono il secondo gruppo numericamente più consistente di vittime di tratta e sfruttamento. Giungono in Italia con falsi documenti e generalità, insieme alla propria sfruttatrice, fatta passare come una sorella o parente, via mare o in aereo, spesso avendo già subito violenza nel proprio paese o durante il viaggio.

Ad essere coinvolti in sfruttamento sessuale, particolarmente nelle grandi città italiane come Roma e Napoli, sono adolescenti Rom, di età fra i 15 e 18 anni. Alcuni di essi lavorano come lavavetri di giorno ai semafori per poi prostituirsi durante la notte, in luoghi della città conosciuti per la prostituzione maschile, o nei pressi di sale cinematografiche con programmazione pornografica, saune e centri massaggi per soli uomini.

Accanto ai minori Rom sono coinvolti nella prostituzione anche minori maghrebini e rumeni. I primi in genere finiscono nel “mercato del sesso” per arrotondare lo stipendio guadagnato di giorno ai semafori. Per i secondi invece la prostituzione è la principale fonte di guadagno

”Nonostante i molti passi avanti fatti, anche a livello legislativo, sia sul versante della lotta al traffico e allo sfruttamento di minori che della identificazione e aiuto delle vittime, rileviamo con preoccupazione una resistenza e persistenza del fenomeno”, commenta Raffaela Milano, Responsabile Programmi Italia-Europa Save the Children Italia. ”Lo sfruttamento avviene sempre di più al chiuso, anche a seguito degli interventi di contrasto da parte delle forze dell’ordine. Per le minori vittime, questo comporta il rischio di subire uno sfruttamento ancora più feroce e invisibile, anche agli occhi degli operatori sociali che vogliano aiutarle. ‘Per altro verso’ – prosegue Raffaela Milano – le tecniche di assoggettamento si sono affinate. Gli sfruttatori hanno per esempio scoperto la forza del controllo tra ‘pari’, avvalendosi dei minori stessi per esercitare il controllo sui loro compagni”.

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