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Sbarchi. Così l’accoglienza per i minori soli

Bambini e ragazzi senza genitori presi in carico dai Comuni, passeranno in “strutture ponte” prima della destinazione definitiva. La procedura definita dalla Protezione Civile
Roma – 19 maggio 2011 – Ci sono anche bambini e ragazzi soli sui barconi che arrivano a Lampedusa, che vanno accolti in strutture sicure nei diversi comuni Italiani. Una procedura definita ieri in una circolare del capo della Protezione Cile, Franco Gabrielli, che sta gestendo l’emergenza umanitaria.

Innanzitutto, spiega una nota, verranno censiti “su tutto il territorio nazionale non solo le comunità di accoglienza ma anche le cosiddette “strutture ponte”, soluzioni idonee nel rispetto delle disposizioni normative ad accogliere temporaneamente e in luogo sicuro i minori in attesa del trasferimento definitivo nei luoghi che li ospiteranno fino al compimento della maggiore età”.

Visto l’elevato numero di minori in arrivo dal Nord Africa,  queste “strutture ponte” si rendono necessarie quando le ordinarie procedure di assegnazione non consentono di individuare nell’immediato strutture già disponibili per l’accoglienza definitiva. Allo stesso tempo, permettono di effettuare gli approfondimenti necessari a definire il successivo percorso di integrazione.

Il sindaco del Comune sul quale è presente la “struttura ponte”, verificato l’effettivo status di non accompagnato, dovrà informare tempestivamente il minore sull’opportunità di chiedere protezione internazionale e assicurare, attraverso le strutture sanitarie locali, uno screening sanitario adeguato. Dopodichè il Comitato per i minori stranieri provvederà a indicare i Comuni presso i quali si troveranno le comunità di accoglienza che avranno posti disponibili ad accogliere i ragazzi fino al compimento della maggiore età.

A questo punto, i minori verranno presi in carico dai servizi sociali e potrà partire la gestione ordinaria, identica a quella di tutti gli altri bambini e ragazzi soli trovati in Italia.

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