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Servizio Civile. I Comuni: “Anacronistico escludere i ragazzi stranieri”

Bugetti (Anci): “L’annuncio di Riccardi è un passo indietro. Il Servizio Civile deve registrare imutamenti della società e diventare uno strumento di partecipazione e integrazione”

 

Roma – 8 novembre 2012 – “La previsione della cittadinanza italiana come requisito per la partecipazione ai prossimi bandi di servizio civile ci costringe a registrare un ulteriore passo indietro che impoverisce questa importante esperienza formativa per i giovani”.

Cosi’ Ilaria Bugetti, Delegata al servizio civile dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, commenta l’annuncio fatto dal Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Riccardi, nella risposta ad una interrogazione parlamentare dell’onorevole Evangelisti (IdV).

“Oltre al tema delle risorse, vitale per la sopravvivenza dell’istituto – aggiunge – e’ quanto mai necessaria una riforma normativa del Servizio Civile che tenga conto delle trasformazioni e dei mutamenti che hanno attraversato e attraversano la nostra società”.

“È di appena 10 mesi fa – ricorda Bugetti – la pronuncia del Tribunale del lavoro di Milano che aveva accolto il ricorso presentato da uno studente pakistano di 26 anni escluso dal Bando di servizio civile perche’ straniero, che ci aveva fatto ben sperare. Lo abbiamo gia’ detto in passato e lo ripetiamo oggi con forza e convinzione: il Servizio civile e’ un’esperienza di cittadinanza attiva per i nostri giovani e deve diventare uno strumento di partecipazione e integrazione per chi viene da piu’ lontano ma soggiorna regolarmente sul nostro territorio’’.

‘’Il rischio, che forse è gà una realtà – conclude la Delegata ANCI – è che si produca uno scollamento tra il dettato normativo e la nostra società, che si è andata arricchendo e trasformando anche grazie alla presenza stabile ed integrata di cittadini stranieri che partecipano alla vita delle nostre comunità. E’ nei momenti di crisi, come quello attuale, che si rende quanto mai necessario un investimento sul sociale, finanziario e culturale, per far ripartire il Paese”.

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