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Se Trenitalia fa viaggiare gli immigrati in quarta classe

Una famiglia con i tratti esotici fa da testimonial al livello standard del Frecciarossa, in quelli più alti sono tutti bianchi. Scoppia la polemica: “Scelta razzista”, l’azienda: “Non è così”, ma cambia l’immagine

 

Roma – 4 gennaio 2012 – Executive, Business, Premium o Standard sono le nuove classi del treno Frecciarossa, in ordine decrescente di comodità e servizi. I passeggeri della più economica standard, per esempio, non possono contare sulle poltrone in pelle o sulle sale meeting messe a disposizione dei viaggiatori dell’esosa executive.

Tutto normale, se non fosse che Trenitalia fa viaggiare gli immigrati nell’ultima classe. Hanno infatti la pelle scura e i tratti esotici i componenti dell’allegra famigliola che, sulla copertina di una brochure dedicata al treno veloce pubblicato sul sito dell’azienda, era  ritratta sui sedili della standard. Tutti bianchi, invece, i testimonial delle classi più alte.

Il messaggio che passa, senza troppa malizia, che l’ultima classe è per i meno abbienti e i “tipici meno abbienti” sono gli immigrati. Segnalato dal blog Piovono Rane di Alessandro Giglioli, il caso ha fatto il giro della rete. “Stavolta hanno toppato alla grande” si legge online,  “le Fs sono finite fuori dai binari” scherzano altri, ma c’è anche chi parla apertamente di “spot razzista” o di “un nuovo apartheid”.

Trenitalia ha risposto con una nota del suo ufficio stampa, in cui sottolinea che in altre immagini sul sito dedicato al livello Standard ci sono anche persone non di colore, mentre passeggeri di colore o dai tratti esotici compaiono nei livelli più alti in altri scatti. “Oggi, per fortuna, anche l’Italia è un Paese multietnico e Trenitalia, con i suoi 2 milioni di viaggiatori al giorno, ne è il primo testimone” aggiunge la nota.

Sarà pure convinto delle sue ragioni, ma intanto il gruppo guidato da Mauro Moretti ha cambiato la copertina della brochure. Ora, per il livello Standard, ha scelto la foto di una fila di sedili vuoti. Difficile che qualcuno si offenda.

EP

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